Durante i lavori di ristrutturazione della propria abitazione ci si può trovare di fronte alla necessità di sostituire i caloriferi. Molto spesso la sostituzione può avvenire anche per via di usura o danneggiamento degli stessi.
Prima di effettuare la sostituzione del calorifero, dovrete effettuare una prova di funzionamento di quello vecchio, per valutare eventuali anomalie di funzionamento dell’intero impianto di riscaldamento che, se non opportunamente risolte, potrebbero ripercuotersi anche sui nuovi caloriferi da montare. Per far ciò, dovrete notare se la parte più alta del termosifone sia più fredda di quella centrale e inferiore. In caso affermativo, prima di sostituire il termosifone, dovrete aprire la valvola di spurgo ed espellere tutta l’aria che si è accumulata. In questi casi, ricordatevi sempre di applicare sotto al termosifone una piccola bacinella che possa contenere l’acqua espulsa durante il processo di eliminazione dell’aria.
Non esiste una stagione in assoluto migliore delle altre, sicuramente prevedere di iniziare i lavori in estate avrebbe l’indiscusso vantaggio di non patire il freddo durante i lavori di ristrutturazione e soprattutto con l’impianto di riscaldamento spento si ridurrebbero i tempi di lavoro, con un risparmio anche del costo di manodopera.
Fondamentale quando si decide di cambiare il proprio termosifone è quello di prendere le misure esatte della stanza in cui sarà inserito. In questo modo si potrà scegliere il nuovo termoarredo con la resa termica adeguata a riscaldare il locale scelto. In sintesi bisognerà ricavare il volume della stanza, calcolandone la sua superficie (larghezza x lunghezza) per poi moltiplicarla per l’altezza. Volendo esaltare l’estetica del termoarredo rendendolo protagonista della stanza, la soluzione ideale è quella di sostituire prima quelli presenti nella zona giorno dell’abitazione. Se, invece, il progetto prevede oltre al design anche l’aspetto funzionale, allora partire dalla stanza da bagno con l’installazione di uno scalda salviette diventa la scelta migliore.
Per quanto riguarda i materiali, negli anni si è passati dalla ghisa, ottima per le sua capacità di mantenere a lungo il calore anche se più lenta ad arrivare a temperatura, all’acciaio che si scalda più velocemente. Tra di loro c’è l’alluminio, inizialmente utilizzato solo nei prodotti economici grazie all’elevata resa termica, per poi diventare, con le attuali lavorazioni tecnologiche, molto utilizzato anche nei prodotti di design. A livello ecologico, i termoarredi in alluminio riciclato sono validi, ma ormai anche l’acciaio si ottiene da colate di materiale di recupero.
Sul tema del funzionamento, quello idraulico, elettrico o misto sono tutte e tre soluzioni valide. Ognuna adatta a specifiche esigenze. Potendo scegliere è ideale optare per un radiatore con funzionamento misto, cioè che funzioni si ad acqua che in modalità elettrica. Il misto ha il vantaggio di essere molto versatile, in special modo nelle stagioni intermedie, dove con l’impianto di riscaldamento centralizzato spento si può scegliere di scaldare (in modalità elettrica) i locali della casa che rimangono più freddi, come il bagno. Inoltre, in abitazioni ben coibentate si può ottenere un ottimo comfort termico con una spesa energetica minima.
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