“Dopo aver chiuso il 2016 con 140 nuovi casi, il nuovo anno è iniziato con ritmi impressionanti: in appena due messi (gennaio-febbraio) abbiamo già accolto 30 donne”. Stanno aumentando le donne che denunciano violenza all’Aps me.dea onlus, associazione che aiuta le vittime e che vive di sovvenzioni pubbliche e private. Ma quest’anno le istituzioni sono state poco sensibili, con buona pace dei sindaci e dei politici donna. Me.dea contava sui fondi regionali stanziati per le pari opportunità, che però non sono arrivati. Nonostante le belle parole e le promesse, di soldi pubblici (qualche privato ha messo mano al portafoglio) non se ne sono ancora visti.
“Le ultime settimane per noi, operatrici e volontarie, sono state particolarmente difficili e sono trascorse tra appelli, timide risposte e, più forte di tutto e tutti, senso di responsabilità, che ci ha spinte a proseguire nel nostro impegno per non far ricadere sulle beneficiarie del servizio il peso di scelte politiche (o sarebbe meglio dire non scelte) che fatichiamo a comprendere”.
Va da sé che le ore dedicate all’ascolto e all’aiuto verranno ridotte per impegnare le forze nella ricerca fondi o nei progetti che possano beneficiare di finanziamenti.
Si tratta di un primo ‘ridimensionamento’ che siamo costrette ad adottare – commenta la presidente dell’Aps me.dea Onlus Sarah Sclauzero – perché il carico di lavoro è diventato insopportabile senza le adeguate risorse.
“L’invito del Collettivo rivolto a tutte le donne – dichiara la vice presidente dell’Aps me.dea Onlus Francesca Brancato – è di scioperare e scendere in strada per farsi ascoltare. Il Centro Antiviolenza in quella data si asterrà dalla consueta attività, ma organizzerà dalle ore 13 alle ore 16 una sorta di open day, per accogliere e informare privati cittadini, associazione, studenti e quanti vorranno conoscere più da vicino l’attività di me.dea”.
Commenta per primo