Nel parcheggio sotterraneo di Borgo Rovereto, in pieno centro ad Alessandria, è stato trovato un giaciglio di fortuna allestito da un uomo di origine africana. In una nicchia della struttura era presente un materasso utilizzato come riparo notturno, segno di una permanenza prolungata in un luogo non destinato all’accoglienza.
Il caso mette in evidenza una situazione di degrado che non riguarda solo chi vive in condizioni di forte marginalità, ma anche la qualità e la sicurezza degli spazi pubblici. L’utilizzo di infrastrutture cittadine come rifugi improvvisati rappresenta infatti un problema che coinvolge l’intera comunità, sia in termini di decoro urbano sia di sostenibilità dei servizi.
Situazioni di questo tipo non sono nuove in molte città italiane e riflettono l’assenza di un sistema efficace capace di intercettare tempestivamente chi si ritrova senza alternative. L’uomo individuato nel parcheggio sembra essere uno dei tanti arrivati nel nostro Paese dopo lunghi percorsi migratori, senza però avere accesso a un percorso di inserimento stabile.
In Italia, negli ultimi anni, l’arrivo di migliaia di persone non è stato accompagnato da una politica migratoria strutturata, né da strumenti adeguati di integrazione. Questo elemento — che qui va considerato soltanto come sfondo — ha contribuito alla comparsa di situazioni di abbandono che oggi emergono in forma di occupazioni improprie, disagio sociale e costi per i territori.
Il caso del parcheggio di Borgo Rovereto evidenzia soprattutto l’assenza di risposte organizzate: mancano interventi capaci di prevenire il degrado, tutelare le persone più fragili e allo stesso tempo preservare gli spazi pubblici. Il risultato è un quadro in cui la vulnerabilità individuale si intreccia con una gestione urbana complessa, lasciando irrisolti nodi che ricadono direttamente sulla comunità.
Questo episodio, pur nella sua dimensione circoscritta, segnala la necessità di affrontare con pragmatismo una problematica che riguarda l’intera città: garantire il rispetto e l’uso corretto delle strutture pubbliche e, al tempo stesso, evitare che la mancanza di alternative trasformi luoghi come un parcheggio sotterraneo in soluzioni di fortuna.
Fabio BOLDRIN
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