In via Venezia, davanti all’Ospedale Civile e a pochi passi da strutture strategiche come l’ASL e il carcere, la situazione delle strade e dei marciapiedi di Alessandria diventa il simbolo di una città che cade a pezzi.
A denunciarlo, durante un sopralluogo documentato, è il consigliere di Fratelli d’Italia Fabrizio Priano che insieme al professor Luigi Manzini ha mostrato le condizioni dei lastroni sconnessi e delle voragini che si aprono ormai con frequenza impressionante.
“È un problema di lavori pubblici malfatti e di programmazione assente – sottolinea Priano – basti pensare che buchi come quello di via Parma sono rimasti mesi senza intervento e in via Rivolta da marzo c’è un tombino che cede e una carreggiata mezza chiusa”.
Non si tratta di episodi isolati: da tempo i cittadini segnalano dissesti, asfalti pericolosi e marciapiedi impraticabili, mentre il Ponte Meier è diventato l’emblema della precarietà con decine di transenne piazzate lungo tutto il percorso, tanto da poterci organizzare ironicamente una gara di 110 ostacoli.
Secondo Priano la situazione è peggiorata drasticamente negli ultimi tre anni e ora “non è più possibile nascondersi dietro a un dito: la città ha bisogno di un serio piano di manutenzione e di una programmazione che finora non si è vista”.
In Consiglio comunale le mozioni dell’opposizione hanno scarso peso numerico, ma la volontà è quella di continuare a far sentire la propria voce contro una gestione che sta facendo guadagnare ad Alessandria due tristi soprannomi: “la città delle transenne” e “la città che sprofonda”.
Con amara ironia, Priano chiude ricordando le piste ciclabili giudicate “inutili e dannose”, che sommate alle transenne potrebbero trasformare la città in un’enorme pista di atletica.
Ma dietro la battuta resta la richiesta di un futuro diverso: non una città che cade a pezzi, ma una Alessandria ordinata, sicura e all’altezza dei suoi cittadini.
Vanni CENETTA






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