
Alessandria non è più soltanto una città trascurata: è una città che fisicamente sprofonda, e non è una metafora.
Voragini, crateri, collassi del manto stradale sono ormai parte del paesaggio urbano, come quella in corso 4 Novembre, angolo via Manzoni, transennata alla meno peggio e presente da settimane, o quella celebre di via Pontida, abbandonata da mesi, e ancora via Rivolta, dove l’unico avvertimento è un cono facilmente rimovibile, lasciando spazio a immaginabili tragedie.
Un tempo si parlava di buche pericolose per pneumatici e semiassi, ora si parla di veri e propri squarci nella terra: guidare e camminare sono come partecipare ad una roulette russa.
Il quadro si completa con un dato preoccupante: il taglio del 70% ai fondi per la manutenzione stradale deciso dal ministro delle infrastrutture, una scelta che oggi si riflette in una città che cade letteralmente a pezzi.
E mentre mancano i soldi per rattoppare le strade e curare il verde pubblico, si trovano invece le risorse per organizzare il Gay Pride, che sabato trasformerà Alessandria in un altro carnevale fuori stagione.
Nulla contro la festa, si intende, ma vien da chiedersi se le priorità non siano state rovesciate con preoccupante leggerezza.
A voi le conclusioni.
Vanni CENETTA
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