
Piazza Mentana luogo importante di una città che sogna la modernità, si presenta come un campo minato di fango, pozzanghere, buche, tombini otturati da sempre e tratti impraticabili che trasformano il semplice camminare in una prova d’equilibrio.
Le immagini parlano da sole, ma la voce rotta dalla rabbia e dallo sconforto di chi documenta questa vergogna è ancora più eloquente: “ci vorrebbe un trattore cingolato, non una bicicletta”.
E non basta il dissesto fisico: nelle ore serali, Piazza Mentana si trasforma nel palcoscenico di raduni rumorosi, trap a tutto volume e probabilmente anche microcriminalità diffusa.
Altalene che scompaiono, bidoni abbandonati, aiuole dimenticate e alberi tagliati che non hanno mai visto una sostituzione: il quadro è completo.
Intanto, i cittadini arrancano, scivolano, bestemmiano e si filmano nella speranza che almeno un video possa rompere il muro dell’indifferenza.
Ma nel frattempo si continua a navigare a vista, anzi, ad “imbarcarsi davvero”, come dice con amara ironia una signora esasperata: “serve un mezzo anfibio per sopravvivere qui”.
Vanni CENETTA
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