Il Palazzo di via Brodolini: da risorsa abitativa a rifugio per piccioni

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

In via Brodolini, nel quartiere Cristo di Alessandria, c’è uno stabile di proprietà del Demanio Militare che, da simbolo di speranza per risolvere l’emergenza abitativa della città, si è trasformato in un monumento al degrado.
Tre anni fa, le case del demanio militare furono sgomberate dagli abusivi e sigillate.
Le entrate furono murate, i garage saldati e l’intervento fu supervisionato dall’assessore di allora, Piervittorio Ciccaglioni, con la promessa che lo stabile sarebbe stato recuperato per diventare una risorsa abitativa per la  città in cui la crisi delle case è sempre più evidente.
Oggi, invece, quel palazzo è diventato una piccionaia.
I piccioni hanno invaso lo stabile, entrando attraverso le fessure tra le tapparelle, e hanno trasformato l’edificio in un rifugio permanente.
Il cortile è ormai un terreno selvaggio, ricolmo di erbacce, segno di un’abbandono totale, come lo è l’intero stabile.

Eppure non si può non pensare al suo potenziale, specialmente in un momento in cui l’emergenza abitativa colpisce duramente Alessandria.
Basterebbe una passeggiata in centro per rendersene conto: barboni senza tetto che dormono sui marciapiedi, famiglie sfrattate che non riescono a trovare un alloggio.
La situazione è critica e non riguarda solo i senzatetto, ma anche chi ha uno sfratto esecutivo o chi lotta quotidianamente per non perdere il proprio tetto.

Lo stesso assessore Enrico Mazzoni, in una recente intervista, ha sottolineato la difficoltà di affrontare questa crisi e di come l’ATC, l’Agenzia Territoriale per la Casa, fatichi a trovare soluzioni immediate.
E mentre le istituzioni faticano, l’edificio di via Brodolini resta lì, con le sue tre scale e decine di appartamenti sigillati, in stato di abbandono.


Il degrado non riguarda solo l’interno, ma anche l’esterno: il cortile, un tempo pieno di mobili e masserizie, è ora un deserto d’erbacce, testimone dell’incuria.
Tre anni fa applaudimmo l’intervento, pensando fosse solo l’inizio di un processo di recupero che avrebbe potuto ridare vita a quel complesso.
Invece, nulla è stato fatto.
È chiaro che lo stabile, se lasciato in questo stato, continuerà a deteriorarsi.
Più passa il tempo, più diventa complesso e costoso recuperarlo, e ogni giorno che passa rappresenta un’opportunità persa per la città.
Alessandria ha bisogno di soluzioni, e lo stabile di via Brodolini potrebbe essere una risposta concreta.

Vanni CENETTA