Il 18 luglio 2024, il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, ha annunciato con enfasi il trasferimento del progetto del Polo Logistico Pam dal quartiere Europa alla zona D8 di Spinetta Marengo, definendolo un “grande risultato” per l’intera città.
Ma davvero possiamo considerare questa mossa un successo per tutti, o sotto – sotto c’è qualcosa che noi cittadini non si ha da sapere, ma che prima o poi lo scopriremo?
Abonante ha sottolineato l’importanza di mantenere l’intervento produttivo legato all’agroalimentare, un settore chiave per l’economia provinciale, garantendo posti di lavoro e una crescita sostenibile, ma queste parole non dissipano i dubbi su come sia stata condotta l’operazione e chi ne trarrà il vero vantaggio.
Come si è concretizzato il trasferimento del progetto dalla zona del quartiere Europa alla zona D8?
Il terreno nella nuova area è stato concesso gratuitamente a Pam, o è stato acquistato dal comune di Alessandria e poi ceduto alla società?
E se così fosse, a quali condizioni è avvenuta questa transazione?
Chi sta davvero beneficiando di questo accordo?
Domande cruciali come queste restano senza risposta, alimentando il sospetto che i vantaggi possano essere sbilanciati a favore di Pam piuttosto che dei cittadini di Alessandria.
Le ambiguità di questo “grande risultato” non finiscono qui.
Abonante ha dichiarato che l’area del quartiere Europa, destinata inizialmente al polo logistico, passerà nelle disponibilità della collettività alessandrina.
Ma cosa significa esattamente questa affermazione?
Con quali finalità o scopo verrà utilizzato questo spazio, e quali benefici concreti ne trarranno i cittadini?
Al momento, non è dato sapersi.
C’è forse un gioco di prestigio politico in atto?
Come mai l’opposizione tace a tal riguardo?
L’area in questione è vincolata dal Piano Assetto Idrogeologico (PAI), il che potrebbe limitare significativamente le possibilità di sviluppo o costruzione.
Ricordiamo che il Pam, se avesse avuto la possibilità di costruire il suo sito logistico al quartiere Europa, si sarebbe fatto carico degli eventuali lavori di messa in sicurezza idrogeologica previsti dal nuovo documento (PAI).
Ritornando ai nostri quesiti: se la zona è soggetta a restrizioni così stringenti, come può realmente essere messa a disposizione della collettività, e per quali usi?
Non dobbiamo dimenticare che la stessa amministrazione comunale, prima che il progetto si trasferisse altrove, aveva indicato proprio l’area del quartiere Europa come idonea per la costruzione del nuovo ospedale, salvo poi abbandonare l’idea proprio a causa dei vincoli imposti dal PAI.
Il trasferimento del progetto è davvero un successo per tutti, o è piuttosto un affare che avvantaggia principalmente Pam, mentre alla collettività alessandrina restano solo le briciole?
Il sindaco ha parlato di sostenibilità e crescita economica, ma a quale prezzo?
Se l’area destinata al progetto nel quartiere Europa è vincolata e non potrà essere utilizzata per nuovi sviluppi, cosa guadagnano realmente i cittadini da questo scambio?
E che dire della sentenza del TAR che respinse il ricorso di alcuni cittadini contro il progetto iniziale nel quartiere Europa, dando ragione a Pam?
Secondo il Tribunale, non era possibile verificare quale fosse il pregiudizio materiale che potesse derivare dalla realizzazione del progetto.
Quindi, le parole del sindaco, per quanto rassicuranti, non dissipano i dubbi che emergono da un’analisi più attenta di questa operazione.
Il “grande risultato” celebrato dal sindaco Abonante sembra più un affare in cui Pam potrebbe essere la vera vincitrice, mentre ai cittadini resta poco più di una promessa vaga e indefinita.
Alessandria e i suoi cittadini meritano risposte chiare e trasparenti su una questione che potrebbe avere un impatto significativo sul loro futuro, eppure queste risposte sembrano mancare.
Cosa sta veramente accadendo dietro le quinte di questo “grande risultato”?
In attesa di nuovi sviluppi, i nostri microfoni restano a disposizione di chi vuole fare chiarezza.
Fabio Boldrin
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