Parla il negoziante aggredito
Una tranquilla notte di luglio si è trasformata in un incubo per la famiglia Shara. Francesca, moglie di Mohamed Shara, conosciuto come Mimmo, racconta in esclusiva il terrore vissuto. “Era il 18 luglio, alle 3:40 del mattino, quando l’allarme del nostro negozio, ‘Paradiso della Frutta’, ha squillato.
La vigilanza privata mi ha chiamata, dicendo che l’allarme era scattato nel negozio in via Lanza 22. Nonostante mio marito fosse convinto che fosse un falso allarme causato dal vento, ho insistito perché mandassero qualcuno a controllare. Quando sono arrivati, hanno trovato un uomo nascosto sotto il bancone. È stato arrestato in flagranza di reato. La notte si è trasformata in una lunga attesa in caserma fino alle sette del mattino, quando abbiamo sporto denuncia. Il processo per direttissima si è tenuto alle 14:30″
Francesca continua il suo drammatico racconto: “Prima di recarmi in tribunale, per assistere al processo del delinquente, avevo lasciato dei soldi a mia figlia per il pranzo, la quale, verso le due meno un quarto, è scesa in strada per andare al McDonald’s. È stato allora che ha incontrato un uomo che, non molto tempo fa, l’aveva aggredita. Questo individuo non era il ladro arrestato la notte prima, ma qualcuno che conoscevamo bene. Dopo aver già molestato mia figlia in passato, è tornato con intenzioni chiaramente violente. Suppongo che questo uomo sia stato mandato in accordo con il ladro per intimidirci ulteriormente, essendo l’episodio accaduto proprio in un momento in cui io e mio marito eravamo irreperibili in tribunale, con i telefoni spenti.”
Francesca racconta quindi altri momenti di terrore: “A seguito della scarcerazione del ladro, avvenuta poco dopo il termine del processo per direttissima, la violenza è esplosa in pieno giorno nel nostro negozio di Via Marengo. L’aggressore ha accoltellato mio marito e ha cercato di aggredire anche me. Ho chiamato la polizia immediatamente. Gli agenti sono arrivati rapidamente e hanno portato via l’assalitore, che era in evidente stato di alterazione per l’abuso di sostanze. Nonostante le gravi accuse di aggressione e tentato omicidio, l’individuo è stato rilasciato il giorno successivo, solo per continuare a causare problemi. Si è fatto vivo di nuovo in via Marengo, seminando il terrore tra i residenti fino al suo arresto definitivo. È un balordo cocainomane, lo conosciamo.”
Furti e violenze si ripetono
Questa è solo l’ultima di una lunga serie di episodi di furti, violenza e vandalismo di cui la famiglia Shara è stata vittima nell’ultimo anno. Nell’ultimo anno, gli Shara sono finiti nel mirino di un commando di cocainomani guidato da un ex collega di Mimmo, che ha pure ricevuto, in passato, aiuto ed ospitalità da quest’ultimo. Francesca non nasconde la sua frustrazione e paura per la sicurezza nel loro quartiere: “Non possiamo più sentirci sicuri. Spendiamo più soldi in sistemi di sicurezza che per il nostro sostentamento. La situazione è insostenibile: il nostro quartiere è invivibile, e la stazione di notte è pericolosa. La nostra attività, il ‘Paradiso della Frutta’, ha sempre aiutato chi è in difficoltà, anche questa persona che ora ha cercato di ammazzare mio marito. Non abbiamo mai negato cibo a nessuna persona indigente, ma non possiamo tollerare ulteriori violenze e furti. Alessandria ha bisogno di un cambiamento urgente per garantire la sicurezza di tutti. Io e mio marito siamo stati costretti a chiudere il negozio più volte a causa di queste minacce continue. Abbiamo persino installato un sistema di sorveglianza h24, ma non è servito a fermare questi individui. Spero che ora quella persona non venga più scarcerata, perchè altrimenti cercherà di finire il lavoro: quello di ammazzarci tutti”.
La testimonianza di Francesca Shara è un grido di aiuto che non può essere ignorato. La sua famiglia, come molte altre, vive nel costante timore di nuove aggressioni. Le forze dell’ordine hanno dimostrato grande impegno, ma la comunità chiede interventi più decisi per ristabilire la sicurezza e la serenità ad Alessandria. La città è sotto assedio, e le storie di paura e violenza sembrano non avere fine. La famiglia Shara, come molti altri cittadini, non chiede altro che poter vivere e lavorare in pace. Francesca conclude esprimendo la sua gratitudine: “Vorrei ringraziare gli uomini della Squadra Mobile per il loro tempestivo intervento e per il sostegno che ci hanno fornito in questo periodo difficile. Senza di loro, la situazione sarebbe stata ancora più insostenibile.”
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