È passato oltre un anno dall’ultimo aggiornamento riguardante l’area PAM, area logistica che sarebbe dovuta sorgere in questa zona.
Da circa 13 mesi non si hanno più notizie a livello di informazione stampa.
Ci siamo recati qui stamattina per rinfrescare la memoria e comprendere meglio la situazione attuale.
Nel giugno 2023, si era discusso molto di questa vicenda, segnata da una serie di ricorsi che hanno coinvolto gli abitanti del quartiere e la popolazione di Alessandria.
Un comitato locale aveva impugnato la decisione della giunta precedente di concedere l’area per la costruzione del polo logistico di PAM.
Il TAR aveva bocciato il ricorso dei cittadini, sostenendo che non vi fosse il requisito della vicinanza.
Il legale del Comitato aveva annunciato l’intenzione di fare ricorso al Consiglio di Stato, ma da allora, non si sa più nulla.
Non ci sono state ulteriori notizie su questo fronte, lasciando i residenti del quartiere e l’intera città senza risposte.
La mancanza di informazioni ha alimentato voci e speculazioni.
Alcuni sostengono che siano subentrate nuove norme per le difese spondali, che avrebbero bloccato tutto, ma questa inazione non risolve i problemi.
Anzi, potrebbe portare a una ripresa improvvisa e disordinata del progetto dopo anni di stallo.
Nel frattempo, un altro ricorso, quello fatto dalla società al TAR, è stato vinto. Questo ha reso illegittimo il blocco attuato dall’associazione dei residenti sul permesso di costruzione.
Di conseguenza, ci chiediamo: è stato fatto il ricorso al Consiglio di Stato? Quale esito ha avuto?
Chi ha pagato le spese legali?
Abbiamo sentito che il gruppo Panorama si sarebbe fatto carico delle spese per le difese spondali, mettendosi in regola con un nuovo documento regionale (PAI) approvato circa un anno e mezzo fa, che ridisegna i parametri di sicurezza idrogeologica.
Queste sono solo alcune delle domande che ci poniamo, e che i cittadini di Alessandria vorrebbero vedere risolte.
Il quartiere Europa, gli abitanti e la città tutta chiedono chiarezza e trasparenza su questa vicenda.
Fabio Boldrin
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