Contro il rischio guerra anche in Europa, sabato presidio ad Alessandria

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“La guerra arriverà ovunque se non ci adoperiamo per fermarla”. 

Nasce ad Alessandria il Comitato “Fermiamo la Guerra” che convoca un Presidio pacifico in Piazzetta della Lega, sabato primo giugno dalle ore 10:00.

Il Comitato alessandrina Fermiamo la Guerra sarà i piazza per chiedere di rispttare l avolontà popolare, ovvero di smettere di fomentare la guerra.

“I nostri governi continuano ad alimentare conflitti in diversi teatri di guerra nel mondo -scrivono – al solo scopo di preservare la loro egemonia economica e strategica. Decine di migliaia di vittime costituiscono la naturale conseguenza di questa tragica realtà dei fatti. Possiamo ragionevolmente ritenere possibile che il conflitto possa estendersi oltre gli attuali confini e penetrare all’interno del continente europeo, arrivando fino alle nostre città. I governi di tutta Europa si stanno preparando a questi scenari, non tentano neanche di nasconderlo, ma noi siamo pronti ad affrontare una simile evenienza? Possiamo accettare che ci trascinino in guerra per gli interessi esclusivi di ristrette élite al potere senza poter dire la nostra? 
La volontà popolare ripudia la guerra, chi ci rappresenta nel teatro della politica non fa altro che alimentarla ed estenderla invece. 

Non è più derogabile il momento in cui i popoli si adoperino per riprendere in mano i loro diritti e salvare così le loro vite. Di questo si tratta: salvare la vita di migliaia di persone, uomini, donne e bambini ovunque nel mondo, a cominciare dalla Palestina dove si sta consumando lo sterminio di un popolo ad opera di uno stato terrorista; così come in Ucraina, dove un popolo è stato decimato, sacrificato in nome degli interessi strategici della NATO.

Il popolo oggi deve pretendere che i conflitti vengano interrotti, bisogna fermare il processo di riarmo e militarizzazione degli stati Europei, cessare le forniture di armi e riprendere la via delle trattative diplomatiche allo scopo di raggiungere accordi di pace che tutelino le popolazioni oppresse, sfruttate e massacrate per decenni. Abbiamo il dovere di opporci ai giochi di potere delle grandi potenze e promuovere la trasformazione della società verso un nuovo ordine multipolare e pacifista che respinga la politica imperialista e guerrafondaia occidentale. La storia ci chiama a compiere una grande impresa, se falliremo oggi, potrebbe non esserci un futuro”. 

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