“Riteniamo che sicurezza sanitaria e ambientale da un lato e occupazionale dall’altro, debbano convivere e vadano perseguite con forza, senza sacrificare una per l’altra. Siamo certi che sia possibile ottenere questo risultato con un impegno corale e armonico da parte delle istanze territoriali, in linea con le migliori prassi dei Paesi più moderni. Ma occorre procedere speditamente senza ulteriori indugi”. Lo scrivono i sindacati, in apprensione per le notizie che stanno circolando sul polo chimico – mille addetti – per i problemi ambientali e giudiziari.
“A fronte delle notizie sempre più preoccupanti che circolano in merito al futuro dello stabilimento Syensqo (Gruppo Solvay) di Spinetta Marengo, sia per quanto riguarda le tutele sanitarie e ambientali legate alle sostanze Perfluoro Alchiliche (Pfas), sia sotto il profilo delle possibili ricadute occupazionali, il 28 marzo scorso, in accordo con le RSU aziendali, abbiamo richiesto congiuntamente un incontro urgente sia al Sindaco che al Presidente della Provincia di Alessandria, incontro che ci hanno assicurato si terrà a stretto giro”, fanno sapere Cisl e Uil. .
“L’istanza da noi proposta alle autorità istituzionali del territorio fa seguito ad analoga richiesta inoltrata il 22 febbraio scorso dalle RSU Syensqo degli stabilimenti di Spinetta Marengo e Bollate (MI) dove è presente la sede centrale, che comprende il centro ricerche che svolge attività anche per Spinetta Marengo.
Stiamo parlando come Syensqo di oltre 1000 addetti, circa 600 dei quali nel sobborgo alessandrino. Ad essi vanno poi aggiunti i lavoratori dell’indotto stimati in alcune centinaia, circa 300 nel sito produttivo di Spinetta Marengo.
Giustizia e salute
Esprimiamo la massima preoccupazione per l’inerzia delle autorità politiche e sanitarie competenti in merito al completamento delle indagini relative alla salute delle persone.
Come già esposto nella lettera inviata dalle RSU del 22 febbraio 2024, condividiamo e sosteniamo l’impegno da parte di tutti i soggetti interessati, per dotarsi di adeguati strumenti di controllo e prevenzione al fine di garantire un sereno svolgimento delle attività lavorative e della vita civile. Chiediamo che ciò avvenga nel modo più tempestivo.
Nonostante l’azienda stia gradualmente eliminando l’utilizzo di tali sostanze, rimaniamo fortemente preoccupati per l’attuale situazione, che rischia di impedire gli investimenti necessari per la salvaguardia produttiva e occupazionale dei siti”.
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