Illuminazione pubblica, il Comune rivuole il servizio. Ma costerà 1,6 milioni

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Passaggio ‘in house’ da Amag Reti Idriche

Il Comune di Alessandria vuole riprendersi da Amag Reti Idriche la gestione dell’illuminazione pubblica, capitolo oneroso costato il posto all’ex amministratore unico Paolo Ronchetti, sostituito anche perché più volte aveva sottolineato ai vertici della giunta e a quelli del Gruppo Amag la anti economicità che una società che si occupa di acquedotti e erogazione di acqua si accollasse le spese importanti dei punti luce comunali.

La luce pubblica é uno dei motivi della rottura con Palazzo Rosso. Ronchetti si era anche dimostrato scettico e profetico sulla smart city, oggi abortita. Ma tant’è, nonostante tutte le “profezie” dell’ex manager si stiano realizzando, a suo tempo non gli era stata riconosciuto il merito, anzi.

Costi e politica

Da una delibera di giunta si legge che i maggiori oneri per l’illuminazione siano stati causati da fattori estrinseci e imprevedibili (aumento dell’energia). Eppure Ronchetti li aveva avvertiti ancor prima che scoppiassero i prezzi. Bastava un pallottoliere per capire che non era cosa, che l’illuminazione avrebbe fatto saltare il banco.

Niente equilibrio economico per Reti Idriche, già in crisi per le morosità dell’acqua. Per spostare la patata costosa dell’illuminazione pubblica bisogna sborsare, e non poco: il costo sostenuto per il vettore energetico ammonta a complessivi € 1.665.245,78.

Ecco la genialità, già suggerita da Ronchetti-Cassandra: gestione in house degli Impianti di pubblica illuminazione. A Palazzo Rosso ci sono arrivati, un anno dopo, molti soldi sprecati dopo.

L’impresa sarà trovare quel milione e sei, cifra che mai e poi mai il Comune avrebbe sborsato sotto la gestione Ronchetti. Ora sembra li abbiano trovati nelle pieghe del bilancio.