“Più work-life balance, meno burnout”. È questo lo slogan che sta portando la Generazione Z a rivoluzionare il mondo del lavoro. E chi meglio dei Gen Z può guidare questo cambiamento? I dati parlano chiaro: il 58% dei lavoratori nati tra il 1997 e il 2021 sostiene di soffrire di burnout.
Questa la fotografia scattata da CVapp, piattaforma online per creare curriculum vitae e lettere di presentazione professionali, attraverso l’infografica “Burnout? No, grazie: Il viaggio della Gen Z attraverso il work-life balance”.
Sono i social il mezzo per gridare al mondo frustrazioni e insoddisfazioni legate al proprio impiego. Su TikTok, infatti, sono diversi i trend che stanno spopolando grazie ai membri della Gen Z, tra cui:
- Quiet Quitting (828 milioni di views), ossia lavorare lo stretto necessario sulla base di quanto previsto dal contratto, senza fare straordinari o prendersi responsabilità in più;
- Quittok (50 milioni di views), che prevede la realizzazione e la condivisione di un video che immortali il momento esatto in cui si danno le dimissioni;
- Rage Applying (6 milioni di views), cioè mandare innumerevoli candidature per qualsiasi posizione aperta presente su LinkedIn, a prescindere di cosa si tratti;
- Bare Minimum Monday (2,5 milioni di views), che consiste nel fare il minimo indispensabile nel primo giorno della settimana testimoniando l’esperienza con un video da condividere.
La Generazione Z sta sovvertendo l’ordine delle priorità nel mondo del lavoro. Non è più una questione di stipendio. I principi alla base del lavoro ideale sono flessibilità, meritocrazia, autonomia, opportunità di crescita e, soprattutto, sano equilibrio tra vita professionale e sfera privata.
Nella battaglia portata avanti dai Gen Z, la rivendicazione del tempo libero diventa quindi fondamentale per potersi dedicare ai propri hobby, dai viaggi alla scoperta di nuovi posti e culture a interessi quali musica, serie tv, videogiochi e innovazioni tecnologiche. Potersi ritagliare un po’ di tempo da riservare alle proprie passioni non è però l’unica cosa che conta. Ciò che contraddistingue la generazione Z da quelle precedenti è il loro attivismo su temi come sostenibilità, diversità e inclusione, che rivestono un’importanza tale da influenzare anche la sfera professionale. I Gen Z si aspettano che ci sia una forte attenzione su queste tematiche anche nel loro ambiente lavorativo. Vita e lavoro, dunque, si mischiano, alla ricerca di un equilibrio che possa ridurre al minimo il burnout.
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