Le cartucce per stampanti rappresentano una componente essenziale per la buona riuscita di tutti i principali lavori d’ufficio, e nonostante il processo di digitalizzazione globale si faccia sempre più capillare ed avanzato, anche grazie a strumenti come il “Cloud”, esse vengono ancora ampiamente utilizzate in strutture pubbliche e private, così come nella maggior parte dei contesti domestici.
Le cartucce per stampanti rappresentano una componente essenziale per la buona riuscita di tutti i principali lavori d’ufficio, e nonostante il processo di digitalizzazione globale si faccia sempre più capillare ed avanzato, anche grazie a strumenti come il “Cloud”, esse vengono ancora ampiamente utilizzate in strutture pubbliche e private, così come nella maggior parte dei contesti domestici.
La comodità di poter stampare una lettera, un documento o altri tipi di testi su carta è certamente indiscutibile, ma proprio in quanto accessibile in qualunque momento costituisce inevitabilmente anche una potenziale minaccia per l’ambiente. Le cartucce sono infatti componenti piuttosto complesse, spesso contenenti chip e materiali plastici di difficile smaltimento.
Oggi, dato il crescente interesse per la tutela dell’ambiente, viene quindi da chiedersi se esista un modo per rendere l’impatto delle cartucce meno problematico. Cosa fare se per motivi di lavoro è richiesto consumare molto inchiostro? Fortunatamente, esistono diverse soluzioni a questo dubbio, anche se naturalmente alcune di esse possono comportare un aumento dei costi.
Alternative sostenibili alle cartucce nuove
Da un po’ di anni a questa parte, in tutti i principali centri urbani si è assistito alla comparsa di esercizi commerciali dedicati alla vendita di cartucce compatibili, impegnati nel proporre un’alternativa più rispettosa dell’ambiente alle cartucce nuove.
È infatti risaputo che moltissime aziende ancora oggi preferiscono sostituire le cartucce terminate con quelle nuove, senza neanche considerare la possibilità di ricorrere a quelle riciclate. Il procedimento “standard” è molto semplice: all’acquisto delle stampanti, l’azienda cliente stipula un contratto con il fornitore, il quale si propone non solo di installare le stampanti e di fornire le prime cartucce, ma anche di ritirare progressivamente quelle vecchie e di sostituirle con pezzi nuovi di pacca.
Questa routine, per quanto indiscutibilmente comoda, appare allo stato attuale poco responsabile. Ecco perché fortunatamente diverse aziende hanno scelto di proporre un’alternativa sostenibile, commercializzando cartucce compatibili o rigenerate anche online e fornendo servizi di raccolta e ricarica in loco davvero molto vantaggiosi.
Certo, per i meno esperti non è semplice capire cosa differenzi le cartucce compatibili da quelle rigenerate, ed entrare nei dettagli sicuramente non aiuta. A livello generale però, la differenza è piuttosto chiara: le cartucce compatibili sono prodotti creati da aziende esterne a quella che ha prodotto la stampante, ma identiche per forma e per quantità di inchiostro. Le cartucce rigenerate sono invece quelle recuperate dalle originali, le quali anziché venire buttate, sono invece ricaricate reinserendo l’inchiostro al loro interno.
Conclusioni
Scegliere cartucce rigenerate o compatibili rappresenta una scelta capace di preservare l’ambiente da un accumulo eccessivo di rifiuti difficili da smaltire. In termini di qualità della stampa e di quantità di inchiostro infatti, le cartucce “di recupero” sono assolutamente paragonabili a quelle originali, pertanto non possono che costituire una soluzione auspicabile e da incoraggiare.
Ricordiamo infatti che se toner e cartucce a getto di inchiostro vengono smaltite in modo errato, il rischio è di incorrere in sanzioni che vanno da un minimo di 2.500 a un massimo 15.000 euro, e nel caso in cui questi materiali rientrino per qualche motivo all’interno della categoria dei cosiddetti “rifiuti pericolosi”, le multe arrivano fino ai 90.000 euro.
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