Nel piccolo giardino, accanto e a destra dell’ingresso dell’Istituto Tecnico Volta di Alessandria, è posizionata, su un basamento di granito scuro, un’interessante scultura moderna. Si tratta di un’opera dello scultore di fama internazionale Giancarlo Marchese, [di famiglia tortonese], uno scultore che lavorava soprattutto i metalli. Si tratta di una scultura che si può definire una via di mezzo tra lo strutturale e l’informale: è una forma geometrica che si apre e dentro la quale si verifica una “nascita” di una creatura organica, strutturale di ferro, il supporto invece è in acciaio inox.
Giancarlo Marchese è uno degli scultori italiani presenti nel famoso museo internazionale d’arte moderna Enzo Pagani di Castellanza in provincia di Varese. Ha eseguito molte opere monumentali in provincia di Alessandria a Tortona : Monumento a Giuseppe Romita e Scultura per Cassa di Risparmio in piazza Duomo; a Solero ai Caduti per la Libertà ; a Torre Garofoli Scultura nel parco della Cascina Cassana. È un artista riconosciuto a livello mondiale che, a partire dalla fine degli anni sessanta,ha iniziato a produrre opere con forme maggiormente strutturate, di gusto quasi industriale, spesso senza titolo ma solo con delle sigle identificative Marchese in quel periodo inizia a cercare un tipo di scultura che si rapporta con lo spazio urbano. Il materiale utilizzato in quest’opera è l’acciaio: levigato , eseguito industrialmente a specchio;il ferro probabilmente scaldato, deformato e poi saldato e quindi il tutto lo si può definire una scultura tra l’astratto e l’informale perché di solito l’informale è organico perché la parte centrale dell’opera stessa da l’idea di qualcosa di vivente che si dilata nello spazio. La scultura è posizionata sul bordo del basamento per l’indicazione data dallo stesso scultore.
Anche in questo caso quello che è possibile notare è la generale mancata valorizzazione dell’ opera sia per la posizione prescelta che per la mancanza di indicazioni utili: una targhetta, una data di posa, nome dell’artista e titolo dell’opera.
Enrica Gardiol
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