Basta passeggiare per la città per rendersi conto che le facciate degli edifici pubblici o privati ma anche dei negozi, delle scuole, degli autobus sono frequentemente prese di mira da veri e propri atti di vandalismo che si manifestano con un muro imbrattato da graffiti,che sono poi spesso delle firme, delle dichiarazioni d’amore oppure frasi con poco senso o disegni di dubbio gusto. Ci siamo soffermati lungo il muro laterale del nostro Teatro Comunale e con uno stillicidio continua il cemento è stato imbrattato e insozzato inesorabilmente . Ecco questo fenomeno, il graffitismo vandalico, crea un danno estetico,economico, ambientale e contribuisce ad aumentare il degrado urbano. Qualcuno sostiene che “la mancanza di riguardo per gli spazi condivisi, che rappresentano l’immagine dell’ identità collettiva,fa perdere nel tempo l’identità dei quartieri della città, che si degrada progressivamente facendola sprofondare nell’ incuria e di conseguenza nel degrado generalizzato” .
Certamente questo fenomeno, quello del vandalismo, che ha degli obiettivi opposti rispetto a quello della street art non va sottovalutato ma occorre studiare possibili risposte per il suo contenimento come già sta avvenendo in molti comuni italiani. Infatti il Comune di Milano prevede interventi di pulizia catartica pena da scontare per reati legati al vandalismo e invece a Firenze si programmano iniziative di recupero del tessuto urbano attraverso il reclutamento di migliaia di volontari che intervengono per ripulire dalle scritte gli edifici della propria città.
Oppure nella città di Torino si stanziano oltre € 100.000 nel piano antigraffiti.
Questi spesso si realizzano in un progetto innovativo nazionale chiamato Doctor Wall che punta a contrastare la piaga del graffitismo attraverso un contratto costante e tempestivo mantenendo il decoro originale di monumenti, edifici e quartieri e scoraggiando ulteriori atti di vandalismo.
Il progetto propone differenti livelli di riqualificazione del territorio, come la pulizia di un monumento, di un immobile o di un quartiere intero, o ancora la loro “adozione”per un periodo di tempo delimitato attraverso un contratto costante di manutenzione
Enrica Gardiol
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