Mesi di coprifuoco,mesi di mezze sere.
E va tutto bene, o almeno pare.
Voglio dire che a nessuno sembra interessare più di tanto. Si susseguono proteste per ogni restrizione,dalla didattica a distanza ai parrucchieri,dai ristoranti ai teatri.
Manifestazioni contro il coprifuoco, poche. Ho il presentimento che non tutti abbiano rispettato l’obbligo di stare a casa. È zona rossa per tanti ma non per tutti. Tuttavia questa ridente anarchia latina che si svolge alla luce del sole termina ,con severità prussiana e precisione svizzera ,allo scoccare delle 22.
Quasi legata ad una nuova misurazione del tempo:il giorno termina alle 22.
Un comandamento sancito senza nessuna prova scientifica ma accettato e pare… compreso.
A me ricorda un vecchio censore che porta in sé altre sofferenze: interrompe le trame chiaroscure delle nostre vite, discrimina in superflue le relazioni “liquide” che sfuggono al controllo dei “soliti” moralismi.
E poi e non a caso, il coprifuoco ha radice nel medioevo, quando veniva intimato di spegnere il fuoco nelle case per impedire l’estensione di incendi nelle città. E durante le guerre per impedire alla popolazione di uscire di casa e, sostanzialmente, per far oscurare le luci delle abitazioni affinché non potessero essere bersaglio dei bombardieri nemici.
Anni dopo, per piegare l’incendio del virus non abbiamo saputo ideare nulla di nuovo: spegnere ogni fiamma e poco interessa se serva per far luce o per sentire calore.
Enrica Gardiol
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