Io non so cosa sia l’anima. Non lo sa la scienza, che non rinviene prove della sua esistenza, e non lo sanno nemmeno i preti, visto che l’Antico Testamento e l’Ebraismo parlano di Cristo venuto a promettere la resurrezione dei morti, non delle anime. Tuttavia più approfondisco le risposte date dalla scienza, riguardo le origini dell’uomo e la sua evoluzione, più queste invece di dissuadermi dall’idea di una dimensione iniziatrice di Dio,me ne convincono.
Per esempio, riguardo alla questione dello sviluppo del linguaggio verbale dell’uomo, ossia lo strumento che ci ha permesso di manifestare autocoscienza e sentimenti, e da lì il pensiero mitico e poi quello filosofico, le arti e la letteratura, tutto quello che ci rende uomini, speciali e diversi rispetto agli altri animali.
Secondo gli studi di Chomsky, il più grande linguista di sempre, il linguaggio è una prerogativa innata dell’uomo.
Una Grammatica universale, ovvero una abilità genetica che rende qualunque persona per quanto miserabile , un Uomo e i miei cani – per quanto adorabili- animali tra i tanti. Per quel che mi riguarda, considero questa abilità ciò che certe tradizioni spirituali chiamano ” anima “. Il Vangelo di Giovanni- uno dei testi più belli della letteratura mondiale – comincia con le parole ” In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio“.
Ecco, se Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, non è perché nella favola allegorica della Genesi si è messo a giocare con la plastilina e ci ha sputato su, creando il modellino di sé in scala ridotta. Penso abbia fatto altro. Abbia fatto in modo, attraverso lo straordinario cammino dell’evoluzione, di farci acquisire la privilegiata capacità di chiamare noi stessi, di chiamare il mondo per capirlo attraverso la scienza e di chiamare i nostri simili per riconoscersi e cooperare.
Poteva andare così tra milioni di possibilità e migliaia di altri esseri viventi. È andata proprio così.
Per gli atei materialisti è stata solo una gran botta di culo, io – seppur in modo ingenuo- lo considero invece il messaggio lasciato ( nel nostro profondo) da chi voleva assicurarsi che saremmo stati quanto meno in grado di (ri)chiamarlo e di ricordarci di Lui.
Enrica Gardiol
Commenta per primo