Novi Ligure – Un termovalorizzatore a Novi significherebbe incoronare la città come “capitale dei rifiuti, buttando via anni di investimenti per lo sviluppo del turismo”. Ne sono sicuri Giulia Bovone, co-portavoce insieme a Raoul Oliva della Federazione Provinciale di Europa Verde-Verdi di Alessandria che descrive così la notizia della costruzione di un nuovo termovalorizzatore in città.
Nell’ultimo consiglio comunale la maggioranza di centrodestra si è, infatti, detta favorevole, contrari, invece, il Movimento 5 Stelle, Legambiente Piemonte, il Pd.
“La notizia mi ha lasciato decisamente perplessa e stupita. Novi Ligure è una città che in passato si è costruita un’immagine di città del cioccolato, con gli stabilimenti della Novi e della Pernigotti, a cui nel tempo si sono aggiunte industrie del calibro della Cinzano e la Caramelle Serra – ha dichiarato Giulia Bovone – è inoltre una cittadina famosa per il suo centro storico con i palazzi dipinti in stile genovese, visitata turisticamente anche grazie alla vicinanza con l’Outlet di Serravalle, o alle molte manifestazioni che si sono tenute in passato in via Girardengo e viale Saffi. Ovviamente, oggi non più possibili a causa Covid, ma sicuramente a fine pandemia attireranno nuovamente i turisti. Ora immaginare di distruggere l’ottima fama di cui gode la città mi pare inconcepibile da parte di qualunque amministrazione”.
Secondo l’esponente della Federazione Provinciale di Europa Verde-Verdi di Alessandria i problemi di un’opera del genere nel Comune “sarebbero molteplici. In prima battuta avverrebbe una svalutazione del mercato del mattone, che colpirebbe tutti gli elettori novesi, in quanto è dato assodato che nessuno vorrebbe vivere in una cittadina con una struttura del genere. Infatti basta una veloce ricerca su internet per notare che tutti i quartieri in prossimità dei termovalorizzatori delle città che li hanno costruiti i prezzi degli immobili hanno registrato un calo deciso. Novi Ligure è una città piccola e non è da escludere che il calo possa coinvolgere tutto l’abitato.”
A subire un brusco cambio, allontanando eventuali investimenti nel comparto agroalimentare, sarebbe “il fattore della percezione della città nei comuni e nelle regioni vicine. Se la città fosse associata ad un termovalorizzatore o ad una vicina discarica nucleare, ci sarebbe il rischio che qualche grande azienda alimentare decida di ricollocarsi per evitare che i propri prodotti siano associati dai consumatori come “made in Discaricalandia”, con un’emorragia di posti di lavoro che difficilmente sarebbero assorbiti dall’impianto.
Altro fattore preso in esame è quello legato “all’impatto sulla salute dei novesi. Spesso Brescia viene citata come città capofila dell’uso del termovalorizzatore ultra-sicuro di nuova generazione, ma non solo: è anche la città italiana dove si registrano più tumori. È ormai assodato il fatto che sebbene la tecnologia migliori costantemente, esistono ancora dei rischi legati a queste strutture ed è accettato dalla scienza l’aumento locale di pericolosi inquinanti, molecole cancerogene come le diossine e la liberazione in aria di metalli pesanti, riscontrati addirittura nel latte dei bovini d’allevamento, sia a Brescia che a Torino, dove è presente un termovalorizzatore nella cintura della città.”
Da parte sua Raoul Oliva aggiunge che “l’idea che il termovalorizzatore possa contribuire ad abbassare le tariffe della TARI non si basa su evidenze tangibili mentre l’impatto ambientale, derivante anche dall’aumento del traffico di mezzi pesanti, è sicuramente elevato; vorrei ricordare che l’Unione Europea ha dato esplicita indicazione su come debbano essere trattati i rifiuti in una logica di economia circolare (eliminando incenerimento e coincenerimento dalla possibilità di essere finanziati con il Piano di ripresa e resilienza). Europa Verde-Verdi si esprime criticamente nella volontà di costruire un’opera del genere a Novi Ligure, meravigliandosi di come l’attuale amministrazione abbia così poco a cuore la salute dei suoi cittadini ed il prestigio della città.”
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