Ogni nostra azione lascia un segno, e questa regola vale anche e soprattutto in ambito ambientale. Si tratta della cosiddetta impronta di carbonio, o carbon footprint, e indica l’impatto di aziende e consumatori sul pianeta, a livello di emissioni di CO2. Vediamo dunque il perché dell’importanza di questa impronta, messa in relazione alle aziende e alle loro politiche.
L’importanza dell’impronta di carbonio per le aziende
Calcolare la propria impronta di carbonio vuol dire capire esattamente qual è il proprio impatto a livello ambientale, e per un’azienda si tratta di un passo necessario da compiere. Come spiegato anche in alcuni approfondimenti online, come quello sul carbon footprint di VIVI energia, ad esempio, l’impronta di carbonio è il parametro che misura la quantità di gas effetto serra che viene rilasciata da un prodotto o da un’azienda. Il calcolo consente dunque di incentivare la sostenibilità delle imprese, una volta che riescono ad entrare a conoscenza della propria impronta, anche perché così facendo si può comprendere dove e come correggere la rotta.
Oggi i consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità delle aziende sul mercato, e tendono a scegliere soprattutto quelle che agiscono nel pieno rispetto della natura. Non si tratta dunque di una singola questione ambientale, ma anche economica: chi non riesce ad adeguarsi alla green economy, infatti, è destinato a perdere importanti fette di mercato. Una delle buone pratiche da adottare è la compensazione di CO2, ovvero le azioni necessarie per ridurre la produzione di anidride carbonica, o per compensare i livelli prodotti, facendo del bene all’ambiente sotto altri punti di vista. Nel prossimo paragrafo, invece, parleremo delle aziende carbon negative.
Le aziende carbon negative: un esempio da seguire
Ci sono certe aziende che sono riuscite ad andare oltre il carbon offset, non limitandosi alla riduzione delle emissioni di CO2, ma riuscendo addirittura a rimuovere dall’atmosfera quantità superiori di anidride carbonica rispetto alla propria produzione. Queste aziende vengono dette carbon negative, e ci sono alcuni esempi attivi anche in Italia, soprattutto nel settore delle bevande. È il caso di specificare che sono questi gli esempi che le altre aziende dovrebbero seguire, perché si va oltre il semplice “compitino”.
Qui si parla infatti di realtà impegnate davvero nella missione per la salvaguardia dell’ambiente: realtà molto preziose in un’ottica che vira verso la decarbonizzazione e la lotta contro il cambiamento climatico. La speranza è che il numero di aziende carbon negative possa aumentare in modo importante nel prossimo futuro, dato che oggi queste ultime rappresentano ancora l’eccezione che conferma la regola. È bene ripetere che ogni investimento fatto in questa direzione ha e avrà anche un tornaconto economico importante. I consumatori, infatti, premiano le realtà che operano nel pieno rispetto del pianeta, e le preferiscono se messe a confronto con i marchi che non lo fanno.
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