Nuovo record per i buoni del tesoro poliennali questa settimana il Ministero dell’Economia ha collocato sul mercato 12 miliardi di euro i BTP con scadenza a 7 e 50 anni ma avrebbe potuto tranquillamente emettere più titoli.
Infatti le richieste pervenute sono state pari a 130 miliardi ciò significa che la domanda è stata 11 volte superiori all’offerta come ormai avviene abitualmente da gennaio a questa parte.
Perché allora l’attuale governo( ma anche il precedente) non ha messo più titoli sul mercato?
Una domanda lecita soprattutto in un momento in cui debito pubblico non sembrerebbe più essere un problema per Bruxelles, al contrario di quanto avvenuto in tempi successivi alla crisi del 2008, quando i bilanci dell’economia italiana erano sotto osservazione da parte dell’Unione Europea e i telegiornali non parlavano altro che gli spread.
Tanto più che gli attuali tassi di interesse dei BTP il 2,15% per 150 anni e lo 0,36 % a 7 anni sembrano più che accettabili per le finanze nazionali.
Ancora una volta il debito pubblico va a ruba ma l’esecutivo tira il freno a mano preferendo aspettare i soldi del Recovery Fund invece di fare da sé.
Si tratta forse di un prezzo da pagare alla UE che attraverso la BCE sta acquistando parte dei titoli di Stato dei paesi membri per far sì che il loro tasso di interesse non lieviti?.
Una circostanza, secondo molti economisti, della quale sarebbe meglio approfittare subito blindando adesso il debito pubblico per gli anni a venire. Il governo invece sceglie di fare affidamento solo ad uno strumento burocraticamente farraginoso, politicamente ed economicamente molto pericoloso e gravoso come il Recovery Fund le cui risorse, sei tutto andrà per il meglio, non arriveranno prima di fine estate e saranno .comunque condizionate in termini di austerità.
Ricetta della quale l’Italia non ha bisogno, ma semmai del contrario, visto i danni enormi che tale approccio europeo ha reso l’Italia e gli italiani molto più poveri di qualche decennio fa.
Insomma cui prodest questo comportamento?
Dalla risposta a questa domanda emergeranno i nemici interni ed esterni dell’Italia e degli italiani.
Luigi Manzini
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