A distanza di otto mesi dal primo confinamento nazionale siamo probabilmente alle soglie del secondo
il primo lowdown sembrava una scelta dolorosa, ma necessaria data la novità della malattia e l’impreparazione dovuta al fatto di essere stati colpiti per primi in Europa.
Una parentesi: la parola lockdown non esiste nella terminologia pandemica ma è un termine mutuato dal lessico carcerario e vuol dire proprio “carcerazione senza aria”, clausura.
Infatti il confinamento italiano rispetto a quello adottato da altri paesi europei è stato veramente esteso a tutta la popolazione con tanto di ossessiva totale caccia all’uomo e con ogni mezzo;scuole chiuse mai più riaperte e stato di emergenza protratto per lungo tempo.
Sono passati mesi da allora è cosa è stato fatto nel frattempo per far fronte alla tanto paventata e certa seconda ondata?
Lo sappiamo tutti: sono stati dati dei bonus per acquisto di monopattini, bonus vacanze, è stato organizzato una lotteria per premiare i migliori utilizzatori di pagamenti elettronici, si è calcolato il numero massimo di clienti per ciascun ristorante, pizzeria, supermercato, ufficio pubblico ;sono state realizzate piste ciclabili e via discorrendo
Resta abbastanza curioso che in un paese devastato da tanta “guerra” (perché si parlava e si parla di guerra) si incentivino monopattini e si organizzi demenziali lotteria.
Il nostro CTS e i nostri esperti inoltre hanno calcolato perfino la distanza minima tra gli studenti, tra gli avventori di un bar, tra i lettini in spiaggia e però adesso pare non siano neanche in grado di redigere un protocollo nazionale per le cure domiciliari.
Sul fronte dei posti letto e delle terapie intensive non è stato fatto praticamente nulla. C’è solo stato uno scaricabarile tra regioni e governo e la martellante criminalizzazione dei cittadini da parte dei soliti sui social e dei giornalisti mainstream che stanno provocando una frattura sociale insanabile tra categorie garantite e cittadini massacrati dai provvedimenti governativi.
La maggioranza degli italiani ormai non crede più che questo nuovo confinamento venga accompagnato da misure ed investimenti tali da garantire una crescita economica futura se, oltretutto, si continua a bloccare l’intero Paese senza risolvere alle radici le carenze strutturali del servizio sanitario nazionale. In primis si dovrebbe realizzare quel necessario coordinamento territoriale costituita dai medici di famiglia e ambulatori, i quali attraverso un unico protocollo terapeutico di cure domiciliari (che adesso manca), possano costituire un filtro tale da impedire l’intasamento dei pronto soccorso e degli ospedali,da parte di cittadini impauriti da due linee di febbre, i quali potrebbero curarsi tranquillamente nel proprio domicilio.
Meraviglia inoltre che proprio coloro che, nel tempo, hanno tagliato e dimezzato l’organico di medici e infermieri, chiuso ospedali e ambulatori sono proprio coloro che adesso si stracciano le vesti per volere investimenti in sanità e urlano a gran voce,gli unici in Europa tra l’altro, di voler il mortifero MES.
Anche il presidente della Confindustria recentemente ha dichiarato di “non capire dove si stia andando” e che questa deriva porterà costi altissimi al paese.
Le sole cose certe, concreti e utili che si dovrebbero fare, e non si fanno, sono in particolare due:
- primo: curare subito a casa invece di abbandonarli alla sorte coloro che hanno i primi sintomi non gravi di Covid con i farmaci efficaci sulla base di un protocollo terapeutico nazionale domiciliare che si eviterebbero aggravamenti e ricoveri ospedalieri;
- secondo: predisporre un numero di letti adeguato nelle terapie intensive e nuove strutture con personale sanitario sufficiente
In questo contesto però una riflessione viene spontanea: se l’obiettivo del governo è la salute dei cittadini e la tenuta sociale del paese perché non sono state approntate per tempo le condizioni necessarie per affrontare al meglio questa seconda ondata e si continua a perseguire il blocco del Paese?
Qual è la vera ragione di tutto ciò?
Luigi Manzini
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