Andrà tutto bene?

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Proviamo ad uscire dallo stupido e retorico ottimismo dell’ “andrà tutto bene“analizzando i dati reali dell’economia italiana prima della fase della Ripartenza.

Cominciano infatti ad uscire le previsioni economiche relativi alla crisi del coronavirus e alle performance dei PIL dei vari paesi dell’Europa

Per l’Italia, anche per il duro lockdown, sarà una vera e propria via crucis

Le previsioni pubblicate da Unicredit sul Pil 2020 sono le seguenti :

Italia: -15.0%
USA: -10.8%
UK: -10.5%
Giappone: -7.5%
Germania: -10.0%

Francia: -13.8%
Spagna: -15.5%
Austria: -9.1%
Grecia: -18.6%
Portogallo: -15.0%
Svizzera: -10.2%

Numeri da fine del mondo che non hanno bisogno di commenti :

Ma non è finita, oltre a questi drammatici dati economico/finanziari cominciano anche ad essere elaborati anche studi e proiezioni sui vari comparti economici, derivanti dall’applicazione dei rigidi e cervellotici protocolli elaborati dalle varie e ridondanti task force che affiancano il governo.

Vediamo cosa può succedere nel settore turistico, sulle spiagge, negli stabilimenti balneari al mare sul “lettino a rotazione”: bagni e sole quattro ore a testa. Spiagge libere affidate ai privati.

Le vacanze minime che diventano bene di lusso, riservato a pochi, e la creazione di un ramo aggiuntivo dell’industria turistica, con l’occupazione delle spiagge libere da parte di gestori privati per controllare e gestire l’applicazione dei protocolli di distanziamento.. Sarà pure tutta prevenzione per il contagio, ma sembra invece che la situazione prenda la piega del razionamento imposto a causa dei prezzi proibitivi e dell’austerità assoluta motivata con il pretesto della regola sanitaria. Il che comincia a diventare preoccupante sia per i gestori che per i cittadini. Proseguiamo con la forte penalizzazione per l’Italia derivante da questa epidemia :quello dell’Artigianato e della piccola e media impresa.

Secondo le stime elaborate da Cna, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, nel primo semestre del 2020 i ricavi del turismo in Italia subiranno, a causa del Coronavirus, una contrazione del 73%. Già il consuntivo del primo trimestre 2020 mostra una flessione del fatturato di ben 15,6 miliardi. Mentre si ragiona sulle possibili strategie per salvare il settore, il giro d’affari sarà di appena 16 miliardi di euro, rispetto ai 57 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Fortemente compromessa anche la stagione estiva, con una stima di 25 milioni in meno di stranieri solo tra luglio e settembre. Sommandoli al calo degli italiani, significa 90 milioni di presenze in meno nelle strutture ricettive turistiche. Il piano: un “corridoio turistico anti-Covid” nel panorama devastato del turismo italiano, spunta ora un piano mitteleuropeo che taglierebbe ulteriormente fuori l’Italia dalle rotte turistiche dell’Adriatico. Una sorta di “corridoio turistico anti-Covid”, messo a punto da Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovenia e Croazia. L’idea è permettere ai cittadini di usufruire delle spiagge sull’Adriatico già dalle prossime settimane, sfruttando lo scarso impatto dell’epidemia in questi Paesi, a differenza dell’Italia duramente colpita dall’emergenza sanitaria e dunque costretta, come ben sappiamo, ad allentare gradualmente le misure restrittive di contenimento del contagio.

I danni del Coronavirus al turismo italiano sono enormi : ha paralizzato l’intera filiera turistica, che genera circa il 13% del Pil italiano, il 15% dell’occupazione e 17 miliardi di euro di contributo al saldo attivo della bilancia commerciale. Il segmento più colpito è proprio la ricettività alberghiera ed extralberghiera, con un crollo del giro d’affari di 13 miliardi nella prima metà del 2020. Anche la ristorazione ne esce con le ossa rotte soprattutto per la confusione delle regole e dei protocolli : si stima un fatturato crollato a 3 miliardi di euro, contro i 10 miliardi dello stesso periodo del 2019. Meno 6,1 miliardi anche per lo shopping turistico, molto colpiti come ovvio pure i trasporti turistici, con una perdita di fatturato stimata a 6,7 miliardi.

E ora, mentre il Governo Conte elabora una strategia che vedrà la luce nel prossimo decreto Maggio, il progetto di Angela Merkel e di altri rischia di infliggere l’ennesimo duro colpo al turismo italiano. A giocare a favore del corridoio marittimo mitteleuropeo diversi fattori: oltre alla prossimità geografica tra questi Paesi, che potrebbe consentire l’uso di trasporti privati al posto di quelli pubblici, soprattutto quelli aerei, considerati più a rischio contagio, ci sono i dati epidemiologici: Repubblica Ceca, Croazia, Slovenia e Ungheria hanno avuto un numero di casi di Covid-19 notevolmente inferiore a Spagna, Italia e Francia.

Questi dati nazionali allarmanti non tengono conto di altrettante situazioni di forte sofferenza in altri comparti nazionali che sono il commercio, la ristorazione, l’alberghiero, le attività di parrucchieri, barbieri, centri estetici e tutti coloro che si occupano del benessere della persona. Molti di questi esercizi aspettano ad aprire per la confusione delle regole, per la paura delle sanzioni e perché non hanno avuto, di fatto, nessun aiuto concreto dallo Stato se non facili promesse. Qualcuno probabilmente non aprirà più con un danno irreparabile per l’Italia e per il suo tessuto politico-sociale.

Presto i nodi verranno al pettine,come la valutazione sulla gestione dell’epidemia dal punto di vista medico e della comunicazione- e si conteranno i danni e le sofferenza arrecate a milioni di persone, al PIL nazionale e al tessuto sociale della nazione.

Si spera e si auspica che qualcuno alla fine pagherà, rompendo una tradizione tutta italiana che quella dell’impunità totale.

Luigi MANZINI