In piena crisi di governo e nel bel mezzo delle trattative tra il Movimento 5 Stelle e i Democratici per un nuovo esecutivo, ecco che irrompe la voce di Urbano Cairo – patron de La7, di Rcs del Torino Calcio e dell’agenzia di comunicazione che porta il suo nome – imprenditore di spicco che per ora non si è ancora fatto abbagliare dalle sirene politiche. Ne è sempre stato lontano, magari guardando all’esperienza del suo ex principale (Berlusconi).
Cairo è un nome che ricorre spesso, perché imprenditore di successo che non si è ancora ‘scottato’ dalla politica. Ma ogni tanto esce con qualche esternazione. E le ultime parrebbero più interessate allo scenario contingente.
Su Il Foglio il manager originario di Masio se la prende con Salvini, bollato come agitatore di folle, con poco acume da fine statista: “Governare è tutta un’altra cosa”. Ne ha anche per Di Maio, poco considerato per il suo curriculum lavorativo-politico decisamente scarso. Insomma, dal suo punto di vista economico-imprenditoriale il governo giallo-verde è stato un fallimento che avrebbe portato l’Italia ad una stagnazione.
Nel centrodestra papa Urbano è da molti visto come il successore del Cav, proprio perché simile per storia e piglio manageriale. Ma i due sono molto diversi caratterialmente, a partire dalla discrezione mandrogna che caratterizza Cairo. Nessuna guida di partiti esistenti, semmai la creazione di un soggetto politico tutto nuovo, tutto suo. Quando e se ci saranno le (sue) condizioni.
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