Gay Pride Alessandria, “No alle ostentazioni”. Mistero sui carri allegorici

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LGBT asian lesbian couple

Sabato 25 maggio si è svolta al Porto Idee, una serata organizzata dalla cooperativa sociale Il Gabbiano con la collaborazione di Babau, la rivista queer di letteratura e fotografia casalese, impegnata in tematiche sociali.
“Congresso per la famiglia” era il titolo dello spettacolo-congresso, sì, ma quale famiglia? Si domandavano gli attori sulla scena e fuori dalla scena. Per rispondere bisogna ascoltare le parole di Corrado Parise, la voce narrante dell’evento, nonché presidente della cooperativa: “Per Il Gabbiano
la famiglia non può esistere come concetto slegato da tutto il resto, ma dovrebbe sempre essere considerata come un trinomio: famiglia – relazione – comunità. Infatti la famiglia non funziona bene se non si sente parte della comunità, come detentrice di diritti e doveri comunitari”. A questo proposito Parise ci ricorda provocatoriamente che i figli stessi appartengono alla comunità perché devono costruirla e difenderla, non difendersene.

IL GABBIANO ALLA SFILATA DEL 1°GIUGNO: “BASTA CON LA STORIA DELL’OSTENTAZIONE”

Parise ha detto durante lo spettacolo: “Il Pride, a mio avviso, vale per tutti, non solo per trans gender, lesbiche, gay e bisex, ma per tutti, come moderno Carnevale, dove l’intera comunità celebra se stessa e il proprio corpo sociale attraverso il corpo di ciascuno. L’esibizione pubblica delle identità non è ostentazione, ma necessità umana e civile. Non esibizionismo, ma espressione, comunicazione e anche mascheramento. Perché nel Carnevale-Pride – oltre a corpo, comunità e identità – l’altra parola chiave è la maschera e dunque la rivelazione della profondità e della diversità delle forme e degli impulsi che abitano in ciascuno di noi, forme e impulsi che stabiliscono il nostro legame col mondo, il visibile e l’invisibile, ossia il campo del sacro, della profondità dell’unione del maschile e del femminile. E una volta all’anno, dicevano gli antichi, non solo è lecito, ma è doveroso
impazzire.”
E con i corpi dei performer si concludeva l’esibizione, corpi deformati, stracciati, trasformati in mostri, in qualcosa che viene dall’inconscio: un’irruzione in scena del concetto di trasformazione che ci ricorda che nulla è immutabile, concetto di cui il corpo stesso è il simbolo.
Corrado Parise rinnova l’invito fatto, sabato scorso a tutti gli spettatori alla fine dell’esibizione: “tutti al Pride del 1° giugno, sui carri e dietro ai carri, compreso il carro del Gabbiano… tutti sopra, senza paura, perché sono tutti bei carri, tutti carri dei vincitori!”.
Il Gabbiano sarà alla sfilata del primo giugno con un proprio carro, battezzato Il Carro dei Vincitori e dedicato alla Famiglia, anzi a tutte le forme di famiglia: “perché c’è un’unica vera famiglia per cui lottare, senza distinzioni di genere – quella che crea benessere per tutti e alleva genitori e figli liberi e responsabili e amanti della società aperta, libera e democratica. La famiglia libera che è alla base della comunità democratica” conclude il presidente Parise.