Avete mai sentito parlare di turismo accessibile o turismo per tutti? Se ne sente sempre più spesso parlare, soprattutto negli ultimi decenni, da quando il turismo si è imposto come un bisogno primario in ambito sociale. Il turismo per tutti è visto come l’insieme di servizi e strutture che consentono a persone con bisogni particolari di trascorrere, una vacanza appagante, senza ostacoli, in piena autonomia e con dignità. Le persone con esigenze speciali possono essere gli anziani, le persone con disabilità e le persone con esigenze dietetiche o con problemi di allergie che necessitano di particolari comodità ed agevolazioni per la pratica del viaggiare.
Ma com’è la situazione del turismo accessibile in Italia ed in Europa? Secondo uno studio di Liligo sul turismo accessibile, nel Bel Paese sono stati fatti grossi passi in avanti negli ultimi anni, anche se le iniziative sono tante, ma molto frastagliate. Nonostante questi miglioramento, però, l’Italia non raggiunge la sufficienza né quando si parla di trasporto sulla lunga distanza, né quando viene considerata la potenza del trasporto pubblico locale made in Italy. Un paese che vive delle bellezze artistiche come l’Italia viene impietosamente bocciata anche quando vengono considerate le strutture turistiche vere e proprie.
Turismo accessibile in Europa
Le strutture turistiche per disabili in Europa sono solo il 9% del totale. Lo afferma un recente report dell’Unione Europea che ha scandagliato le best practice continentali sul turismo accessibile. Secondo lo studio, il valore del mercato potrebbe crescere del 44% nei prossimi anni se solo venissero attuate misure in grado di rispondere al bacino d’utenza potenziale. Secondo i calcoli di Bruxelles, vengono bruciati ogni anno almeno 142 miliardi di potenziale espansione. Soldi che possono essere tradotti in posti di lavoro nel turismo andati in fumo: 3,4 milioni in tutta Europa. Riuscire a garantire alle persone disabili un più ampio accesso a tutto ciò che ruota attorno al turismo, dai luoghi veri e propri ai siti Internet specializzati, permetterebbe di migliorare la qualità delle vacanze anche dei normodotati.
Un’opportunità da cogliere
Tornando all’Italia, il Primo libro bianco sul Turismo per Tutti risale al 2013, tuttavia anche se si è iniziato a parlare di Turismo Accessibile, le esigenze dei visitatori sono largamente sconosciute, i costi di investimento incompresi o esagerati e l’accessibilità è generalmente percepita dal mercato come un onere più che come un valido motivo di opportunità. Il concetto di ‘Accessibilità turistica’ in Europa è ancora una sorta di territorio nebuloso, con un diffuso pregiudizio e una carenza informativa sul mercato dei turisti con bisogni speciali.
Quando si parla di turismo accessibile non bisogna pensare solo alle persone con disabilità fisica. Bisogna, invece, includere in questo mercato il più ampio e generico mondo dei bisogni, rappresentato anche da persone che non hanno disabilità evidenti e riscontrabili: persone con disabilità motoria (con difficoltà di deambulazione, con girello, in sedia a rotelle, con sedia a motore) ,persone con disabilità sensoriale (persone non udenti o ipoudenti, persone non vedenti o ipovedenti), persone con disabilità cognitiva, persone con autismo, persone obese, anziani, genitori con passeggini, bambini, donne in gravidanza, persone con esigenze alimentari particolari (per ragioni fisiche o culturali).
Commenta per primo