“L’acqua è un bene d’uso, non di scambio. Tutti i cittadini ne hanno pieno diritto, ma solo attraverso un Sistema Idrico integrato ed efficiente sarà possibile continuare a garantire, nei prossimi anni e decenni, standard qualitativi elevati, e una distribuzione capillare in tutta l’area di nostra competenza”. Mauro Bressan, amministratore delegato del Gruppo Amag, in questi anni ha lavorato a fondo, da un lato, su un percorso di ‘formazione’ e sensibilizzazione della cittadinanza sul ciclo dell’acqua, “a partire dai fondamentali appuntamenti dedicati a migliaia di ragazzi a scuola, che riproponiamo anche quest’anno”, dall’altro sulla gestione di ‘emergenze’ che sempre meno si spera debbano essere tali in futuro.
Quel ‘terribile’ 2017
“Non possiamo dimenticarci cosa è successo solo due anni fa – sottolinea l’amministratore delegato del Gruppo Amag -, e quanto sia stato gravoso l’impegno per far fronte ad una situazione di grave siccità, con interi centri abitati a lungo riforniti con autobotti: 500 mila euro di forniture straordinarie di acqua, e purtroppo anche la perdita di una vita umana, in un incidente occorso ad uno degli addetti impegnati nelle operazioni. E’ da lì che siamo ripartiti, mettendo a punto un progetto di ammodernamento delle infrastrutture, e di razionalizzazione della gestione, che ci consentiranno, nel giro di pochi anni, di mettere davvero in sicurezza il sistema di approvvigionamento idrico dell’Alessandrino, renderlo al contempo più ‘economico’, efficace ed efficiente”.
Verso un unico gestore ‘di ambito’
“Entro il 2021 – spiega l’ing. Bressan – diventerà operativa la società consortile costituita da Amag Reti Idriche e Gestione Acqua: entrambi i soggetti oggi gestiscono una sessantina di comuni, quindi complessivamente circa 120, il che quindi significherà arrivare, all’interno dell’Ente di Governo d’Ambito Territoriale Ottimale Egato 6 (presieduto dal presidente della Provincia di Alessandria, Lorenzo Baldi), ad un unico gestore, che avrà il compito di erogare il servizio, gestire la tariffa e coordinare tutti gli investimenti. Stiamo parlando di circa 210 milioni di euro da qui al 2034, per arrivare ad un unico ‘sistema di rete’, moderno ed efficiente, capace di ‘modulare’ sia la distribuzione che il ‘recupero’ dell’acqua, e anche di interagire con l’esterno, regolando gli interscambi con altri soggetti operativi in Piemonte”.
Progettiamo le ‘autostrade dell’acqua’
Per spiegare lo stato dell’arte del ‘sistema acqua’, e i progetti futuri che trasformeranno le modalità di distribuzione, Mauro Bressan utilizza l’efficace metafora delle autostrade. “Oggi – spiega – esiste un sistema di condutture estremamente disomogeneo, non per colpa di qualcuno, ma perché il sistema di gestione territoriale tramite ‘municipalizzate’ha fatto sì che ognuno abbia sempre guardato soltanto al proprio piccolo particolare interesse del momento, senza una visione unitaria, e di prospettiva. Siamo, sul fronte della distribuzione dell’acqua, al punto in cui era il sistema viario italiano negli anni Cinquanta: con tante strade locali, spesso disomogenee, spesso mal o per nulla collegate fra loro. Si tratta oggi di progettare e realizzare un vero e proprio sistema autostradale: le autostrade dell’acqua!”.
Le falde dell’alessandrino, e le perdite degli acquedotti
“Le reti idriche attuali necessitano di forti investimenti, le perdite mediamente nel nostro comparto arrivano a punte molto elevate, purtroppo è la normalità. In Amag abbiamo stimato perdite di acqua nelle infrastrutture attorno al 27%. Ovviamente si tratta di una media: ad Alessandria città le perdite sono più basse, ma ci sono tratti nel paesi, o nelle campagne, in cui neanche esiste una mappatura completa e aggiornata della rete. Ci sono tubature che passano in campi privati, su cui magari nel tempo sono state piantate le viti, e ci sono le vigne. Insomma, è un quadro molto complesso, che stiamo mappando in maniera completa grazie a rilevamenti satellitari.
Quel che è certo, però, è che nell’alessandrino, in Fraschetta in particolare, abbiamo una delle falde più ricche d’acqua di tutto il Piemonte, e d’Italia: 30 milioni di metri cubi d’acqua. Non a caso realtà industriali come Michelin e Solvay si sono insediate qui, e tra l’altro consumano una quantità d’acqua pari a tutti i rubinetti privati della provincia di Alessandria”. L’acqua come risorsa preziosa, che anche quando è ‘abbondante’ va gestita con nuovi criteri, ottimizzata, difesa: in pochi anni sarà creato un sistema di ‘interconnessioni’ capaci di connettere tutti i comuni dell’Ambito Egato6, “ma anche di dialogare con altre falde piemontesi, dalla Langa Astigiana al Cuneese”.
Il Protocollo d’Intesa fra Regione, Provincia e Egato 6: subito investimenti per 77 milioni di euro
Ma come ci si arriverà, e chi pagherà i costi di questa ‘modernizzazione’ del ‘sistema acqua’?
“Proprio in questi giorni – spiega l’amministratore delegato di Amag – Regione Piemonte, Provincia di Alessandria e l’Egato6, l’ente regolatore del servizio idrico integrato locale, hanno sottoscritto un protocollo di intesa con lo scopo di condividere le azioni necessarie a mettere in sicurezza il sistema di approvvigionamento idrico nell’Alessandrino. Grazie al lavoro sinergico di Egato6, Provincia, Comuni e Regione Piemonte si era giunti nel corso del 2018 al riconoscimento dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, e all’ottenimento di 7 milioni per la copertura dei costi eccezionali sostenuti dai gestori per garantire il servizio nell’emergenza e per il co-finanziamento dei primi interventi ritenuti prioritari per la messa in sicurezza del sistema. Tra questi l’interconnessione della valle Bormida al campo pozzi di Predosa, la realizzazione di un nuovo bacino di accumulo in località Bric Berton per Ponzone e comuni limitrofi, il potenziamento del sistema di approvvigionamento e potabilizzazione del comune di Novi Ligure, nonché una serie di interventi di ottimizzazione per un totale di oltre 11 milioni di euro complessivi.
Il piano di interventi predisposto di intesa con i gestori del Sistema Idrico integrato prevede ulteriori interventi di interconnessione tra i principali punti di approvvigionamento idrico presenti sul territorio diversificando le fonti di alimentazione e permettendo anche in casi scarsità di risorsa di rifornire i principali centri della provincia nonché l’ottimizzazione delle reti e degli impianti esistenti.
Gli interventi previsti sono già ricompresi nel piano degli investimenti che i gestori dovranno realizzare da qui al 2034, data di scadenza dell’attuale affidamento. L’eventuale ottenimento di ulteriori finanziamenti pubblici permetterà di realizzare gli interventi in tempi più rapidi riducendo nel contempo l’impatto a livello di costi a carico del servizio. In ogni caso, altri 72 milioni di euro saranno investiti nei prossimi anni (sono una parte dei 210 complessivi previsti fino al 2034), finanziati interamente tramite la tariffa: ma l’aumento a carico dell’utente finale sarà minimo, non più del 2%: davvero poca cosa, in rapporto al salto di qualità nell’erogazione del servizio, e nella copertura capillare del territorio, a cui si sta lavorando”.
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