“L’obiettivo della Regione deve essere quello di salvare uno storico marchio, tutelare centinaia di posti lavoro e al contempo difendere un intero indotto d’eccellenza. Per questo motivo chiediamo alla Regione Piemonte di acquistare, attraverso Finpiemonte spa, finanziaria regionale che si occupa di investimento e sviluppo, marchio e stabilimento Pernigotti di Novi Ligure” lo dichiarano Marco Botta, Gian Luca Vignale e Daniele Carbone rappresentanti regionali e locali del Movimento Nazionale per la Sovranità
Gian Luca Vignale, presidente del gruppo regionale MNS in Regione (che nel merito oggi ha presentato un’interrogazione urgente) sul tema ha presentato in Consiglio Regionale anche un ordine del giorno che impegna la giunta regionale a “dare mandato a Finpiemonte, a garanzia della cessione dell’azienda, di acquisire dalla Toksoz il marchio Pernigotti, i suoi brevetti e lo stabilimento di Novi Ligure e di attivarsi al fine di individuare un soggetto che rilevi l’azienda e garantisca la produzione sul territorio piemontese. Spetterà inoltre a Finpiemonte definire le clausole contrattuali a tutela della continuità aziendale in Piemonte e dei connessi livelli occupazionali”.
“Chiediamo – spiegano gli esponenti del MNS – che esattamente come è avvenuto negli anni passati, per la Bertone o la Romi – Sandretto, che la Regione intervenga in modo risoluto, acquistando marchi e rami di azienda al fine di tutelare l’eccellenza italiana, l’occupazione e la produzione piemontese”.
“ L’Italia e il Piemonte – continuano – non possono diventare il supermercato estero di marchi ed eccellenze. Serve un impegno concreto per lasciare nelle nostre regioni realtà storiche e consolidate che rendono le nostre terre territori d’eccellenza. L’estinzione o anche solo lo spostamento del marchio Pernigotti da Novi significherebbe spazzare via in un sol colpo storia, tradizione e produzione piemontese, con gravi conseguenze sul piano occupazionale e più in generale sul tessuto economico e sociale regionale”.
“L’approvazione della nostra proposta – conclude Vignale- garantirebbe inoltre l’apertura di una cassa integrazione straordinaria per situazione complessa o non per cessazione d’azienda e consentirebbe agli oltre 120 lavoratori interinali – che non possono avere alcun ammortizzatore sociale – di avere un futuro. Insomma, la nostra proposta porterebbe a risultati concreti e darebbe, finalmente, una felice evoluzione a una triste vicenda di cui i lavoratori sono vittime senza responsabilità alcuna”.
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