Se le fiamme dell’incendio verranno probabilmente spente in giornata e la situazione, si spera, potrà tornare ala normalità in un paio di giorni, la nube delle polemiche sulle cause del disastro alla discarica di Castelceriolo non si placheranno facilmente.
Che l’incendio sia di natura dolosa è quasi acclarato, visto che sarebbe partito da più focolai. E poi l’incendio di venerdì scorso nello stesso stabilimento non sembra una coincidenza. Vandali? In questo caso la vigilanza – soprattutto dopo il primo incendio – è stata scarsa e decisamente poco efficace.
Ma ci sono altre ipotesi più subdole che tirano in ballo il paventato fallimento di Aral (la società che gestisce anche la discarica), la necessità di una nuova discarica. E lo scandalo rifiuti in cui – come sempre – c’entra la politica.
Ecco il post di Claudio Sanita, una delle anime dei Movimenti ad Alessandria, e sotto, i link alle inchieste sul traffico di rifiuti (fonte Laboratorio Sociale)
Ma davvero vi pare normale che una discarica prenda fuoco due volte in pochi giorni?
Non lo è mai e non lo è ancor di più se quel luogo puzza di marcio da svariato tempo.
Da anni secondo un’inchiesta della magistratura di Brescia dell’anno scorso che ha coinvolto alcuni dirigenti di Aral e un pezzo da novanta del Partito Democratico.
Io non so se ci sia una relazione, a chi di dovere appurarlo.
Intanto noi si respira diossina e si sta con le finestre di casa sbarrate.
Provo molta rabbia e non riesco a dormire.
La ragnatela del traffico di rifiuti
La ragnatela del traffico di rifiuti a Tortona e Novi
Lo scandalo rifiuti: le intercettazioni
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