La storica rivalità territoriale e calcistica, in questo caso, non dovrebbe esistere. E così è giusto che l’unica candidata piemontese a Capitale della Cultura per il 2020, Casale Monferrato, venga sostenuta da tutta la provincia di Alessandria, compresi dai discendenti di chi si portò via il galletto che ora svetta sul palazzo municipale ‘rosso’.
Ieri nella sede del MIBACT a Roma si è svolta l’audizione come finalista per il titolo di Capitale Italiana della Cultura della delegazione di Casale Monferrato.
Ne hanno fatto parte il sindaco di Casale Monferrato Titti Palazzetti con l’assessore alla Cultura Daria Carmi e il segretario generale Sante Palmieri, autore di una recente tesi dedicata alla candidatura della città a Capitale Italiana della Cultura, Antonella Parigi assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Assunta Prato per la Rete Scuole Insieme e per Afeva, Federico Riboldi vice presidente della Provincia di Alessandria e in rappresentanza del progetto Casale Capitale del Freddo, Roberto Cerrato direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, Roberto Maestri presidente del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato, Matteo Ferrando, esperto di servizi digitali per le amministrazioni pubbliche e, in sostituzione dell’imprenditore monferrino Simone Zerbinati, Fabio Olivero, presidente dell’Associazione dei Comuni del Monferrato.
Un importante sostegno alla candidatura di Casale Monferrato è giunto anche dalla Regione Piemonte. L’assessore alla cultura e al turismo Parigi ha sottolineato l’impegno dell’ente regionale nel portare con forza e convinzione le motivazioni per cui Casale Monferrato può diventare Capitale italiana della cultura 2020, come la presenza di questa città tra le dieci finaliste sia motivo di grande orgoglio, nonché la testimonianza del riscatto di un territorio ferito, e di come questo abbia saputo ritrovare forza e identità proprio grazie alla cultura. La Regione Piemonte si è fatta inoltre promotrice di un appello ai Comuni dell’area UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato e di tutta la regione per sostenere Casale Monferrato, riuscendo a coinvolgere oltre la metà delle città UNESCO, 60 su 101, e una decina di altri centri, tra cui Torino e numerosi capoluoghi di provincia, tra cui Torino e tutti i capoluoghi di provincia.
Durante l’appuntamento è stato proiettato il video promozionale realizzato dal videomaker monferrino Stefano Viale Marchino ed è stato presentato il sito www.casalemonferrato2020.org, ufficialmente online da oggi, un portale che contiene tutto il percorso fatto per arrivare tra le finaliste, uno strumento di valorizzazione di risultati che fungeranno da base per il futuro culturale della comunità a prescindere da quale sarà la Capitale Italiana della Cultura 2020 con, al suo interno, tutte le foto pubblicate su Facebook con l’hashtag #CasaleMonferrato2020 a testimoniare di come il percorso svolto dalla città per cercare di ottenere questo importante riconoscimento sia stato condiviso e sostenuto da tutta la collettività.
Il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 sarà assegnato il 16 febbraio. Le altre finaliste con Casale Monferrato sono: Agrigento, Bitonto, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.
Per sostenere la candidatura sui social network si possono pubblicare contenuti utilizzando l’hashtag #CasaleMonferrato2020 e non solo. www.comune.casale-monferrato.al.it/casale2020.
Ecco il video-promo della candidatura.
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