Anche il territorio Alessandrino nel percorso del famoso fotografo Settimio Benedusi, eclettico e stimato professionista conosciuto a livello internazionale. Equipaggiato solo di Leica, zaino e ottimismo, ha deciso di partire a piedi da Imperia, la sua città natale, per raggiungere Milano, dove vive e lavora da anni, barattando cibo e pernottamento solo in cambio di un’immagine da lui realizzata, per capire quanto ancora la fotografia abbia un valore. Provocatoria iniziativa, che vuole però evidenziare alcuni aspetti importanti della sua professione. In questo momento storico infatti il saper disegnare con la luce viene collegato nel peggiore dei casi a selfie insensati spacciati per arte, e nel migliore ad immagini anche valide per cui però non sembra esserci un giusto compenso. Settimio, 53 anni e nell’ambiente da una trentina, si è lanciato in questo pellegrinaggio originale e di grande impatto.
Il fotografo è partito dalla Liguria il 14 aprile, ed è arrivato vicino ad Alessandria il 20, facendo successivamente tappa ad Acqui Terme, Sezzadio, Bosco Marengo e Tortona, indicando i suoi spostamenti tramite il suo profilo Instgram.
Seguitissimo sui social, autore di campagne pubblicitarie prestigiose e blogger dal 2003, Benedusi è stato accolto fino ad ora con simpatia ed entusiasmo da proprietari di Bed&Breakfast e commercianti, che sono rimasti diverti e stupiti dall’iniziativa, semplice e geniale allo stesso tempo.
Certo, non sono mancati gli ostacoli, qualche rifiuto c’è stato, ma lui ha proseguito nel suo cammino, tenendo costantemente aggiornati i molti followers tramite foto e video della sua impresa. Un progetto il suo pieno di vivacità e ricerca, ma che suscita amarezza e voglia di riflettere su di un mondo, quello della fotografia, che sembra aver perso i contatti con la sua vera essenza, vista la mole di immagini qualitativamente opinabile che circolano in rete e non solo.
Sembrano lontani i tempi in cui al ruolo del fotografo venivano riconosciuti meriti e stima, e anzi l’epoca attuale suggerisce l’idea malsana che chiunque possa diventare un professionista del click anche in poche settimane, avendo magari a disposizione apparecchiature di ultimo modello e leggendo qualche rubrica in cui si spiega come sistemare con successo le luci di un set.
Il rischio, alquanto elevato, è che vi sia non poca confusione sul tipo di figura in grado di lavorare nel settore, con evidente rammarico da parte di chi possiede le competenze necessarie per svolgere questo lavoro. Dal gesto di Benedusi sembra emergere un messaggio potente e sentito che fa riflettere: se in cambio di un click si è disposti ad offrire un panino o un letto caldo, se un’immagine ha il potere di raccontare la realtà, migliorarla e rappresentarla in modo efficace a seconda degli scopi, perché allora non darle un giusto valore oggettivo premiando chi l’ha prodotta?
Forse bisogna davvero ” perdere tutto”, ritrovarsi a vagare in mezzo ai campi barattando un’immagine in cambio di un gelato per gustarne al meglio il sapore, e allo stesso modo, se davvero si vuole cambiare la percezione generale sul tema della fotografia, è necessario tutelare la propria arte, difenderla da chi la ritiene ” scontata”, e renderla invece preziosa, indispensabile proprio come un bicchiere d’acqua per chi camminato per ore ed ore.
Serena Muda
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