In Corso Crimea, ad Alessandria, il cantiere del teleriscaldamento continua a creare disagi quotidiani a residenti e commercianti. Marciapiedi occupati dalle auto, passaggi pedonali danneggiati e barriere che costringono i cittadini a veri e propri percorsi a ostacoli sono ormai la norma.
Un ristorante della zona ha già chiuso, e un tratto di marciapiede riservato ai non vedenti è stato rovinato dal transito dei veicoli.
“Chi paga e chi subisce le conseguenze i cittadini, come sempre”.
Spostandosi in via Gramsci, la situazione si ripete: il nastro rosso delimita l’area di cantiere, i pedoni vengono deviati sulla carreggiata e le auto si muovono in una pericolosa gincana.
I cittadini osservano, spesso rassegnati, mentre il progetto procede “a tutti i costi”. Il teleriscaldamento porterà alla nascita di un nuovo monopolio energetico, gestito da una utility corredata ( come sempre ) da un presidente, consiglieri e costi che ricadranno sulle bollette dei cittadini.
La promessa di un sistema moderno ed ecologico lascia spazio al sospetto di un’operazione più economica che ambientale, basata ancora su bruciatori a metano centralizzati.
“È un progetto vecchio, imposto dall’alto come nei regimi dell’est dove si decide tutto sulla testa dei cittadini.”
Ad Alessandria cresce la preoccupazione che, insieme a gas, luce e acqua, presto anche il calore diventi un’altra voce da pagare cara, con pochi benefici e molti disagi.
Vanni CENETTA
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