Dentro una garitta della Cittadella: dignità nascosta nella povertà

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Ad Alessandria, a pochi passi dalla Cittadella, è stata scoperta una vecchia garitta che non appare più come un semplice rudere ma come un rifugio di fortuna abitato e sorprendentemente ordinato.
All’interno si trovano biciclette, abiti, scarpe, coperte piegate con cura, una poltrona e perfino un divano, insieme a riserve d’acqua, detersivi, ciotole per animali, cibo fresco come pomodori e dolciumi, caffè, bottiglie e confezioni ben conservate.
Nonostante l’evidente condizione di disagio, ciò che colpisce è il tentativo di mantenere decoro e pulizia, un segno di dignità che contrasta con altre situazioni di degrado incontrate in città, come quella in via Giordano Bruno, dove sporcizia e caos rendevano l’ambiente invivibile.
Questa volta invece, pur nella precarietà, emerge un ordine che fa riflettere sulla capacità dell’uomo di ricostruire un minimo di normalità anche nelle circostanze più estreme.
Il fenomeno mette in luce una realtà sociale dura e spesso invisibile: la povertà crescente, alimentata dall’aumento del costo della vita, dal blocco dei salari e dalla riduzione delle risorse destinate al welfare, sostituite da folli e inutili spese militari e da politiche che riducono sempre più le spese sociali e per il mantenimento del welfare.

Si pensi solo che l’Europa, e quindi anche l’Italia, si è impegnata a spendere quasi 800 miliardi l’anno per 10 anni per il cosiddetto “Re Arm Europe” per favorire solo semplicemente le industrie militari.

Qualcuno ha detto di non escludere che qualche politico italiano di fama internazionale possa pronunciare, ancora una volta, slogan paradossali come: “volete la Sanità Pubblica e le Pensioni o la Pace”?
Tuttavia tornando alla realtà dei fatti qui non sembra trattarsi di occupazioni caotiche legate a flussi migratori, ma piuttosto di cittadini che, spinti ai margini, si arrangiano per sopravvivere con dignità silenziosa.
Il quadro generale è quello di una società che smantella le proprie sicurezze sociali e produce nuove sacche di miseria che raramente trovano soluzioni stabili.
Interventi isolati, sgomberi e chiusure degli spazi occupati non fanno che rimandare il problema, lasciando irrisolto il “dopo”.
Così, a poche decine di metri da una festa in corso dentro la Cittadella (ALEcomics), si consuma il paradosso di due mondi vicinissimi ma separati: quello della normalità e quello della sopravvivenza.

Vanni CENETTA


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