Sabato 16 agosto 2025 ci siamo recati in via Nenni, nel quartiere Cristo di Alessandria, per osservare da vicino lo stato del “Laghetto del Fotovoltaico”, un’opera che nei primi anni Duemila aveva portato la città alla ribalta internazionale come esempio pionieristico di energia rinnovabile applicata a un insediamento urbano.
Dopo le notizie dell’8 luglio scorso, che parlavano di una decisione imminente sul futuro della struttura — tra la possibilità di tombarla definitivamente o di ripristinarla con nuovi lavori — la vasca si presenta oggi svuotata e bonificata, priva del caratteristico gracidio delle rane che ultimamente ne avevano popolato le acque stagnanti.
Resta ora l’interrogativo più urgente: quale sarà la scelta del Comune di Alessandria su un’area che, se da un lato porta con sé il peso di costi di manutenzione complessi e continui, dall’altro rappresenta un pezzo di storia cittadina e un simbolo di innovazione ambientale.
Il problema non riguarda soltanto il quartiere ma l’intera città, che rischia di perdere un luogo dalla forte identità.
Secondo noi, mantenere vivo un bacino come questo richiederebbe risorse economiche e competenze tecniche che l’amministrazione locale non sembra in grado di garantire: filtraggi, pompe, sistemi di circolazione e gestione biologica non possono essere improvvisati.
L’alternativa potrebbe essere una riconversione più semplice, come trasformare il laghetto in una fontana monumentale con elementi artistici capaci di ridargli un senso urbanistico e culturale, oppure scegliere la via più drastica, cioè la completa chiusura e la prosecuzione del giardino circostante.
Intanto la comunità resta in attesa di un pronunciamento ufficiale, chiedendo chiarezza e visione sul futuro di un’area che non è solo un bacino d’acqua ma un nodo irrisolto della memoria e dell’identità collettiva di Alessandria.
Vanni CENETTA




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