Davanti al padiglione Fiandesio dell’ospedale civile di Alessandria, il più recente e costoso tassello del nosocomio cittadino, si consuma l’ennesima pagina della commedia all’italiana dove il dramma è tutto sulle spalle dei contribuenti.
Solo poco tempo fa sono stati spesi centinaia di migliaia di euro per interventi di adeguamento strutturale del “vecchio” ospedale: pannelli fotovoltaici nuovi di zecca, infissi moderni, impianti elettrici, ventilazione e riscaldamento rifatti, tutto aggiornato secondo le normative più recenti sulla sicurezza.
Lavori fatti e pagati con i soldi delle tasse, i soldi della fiscalità generale, i soldi di tutti.
Oggi però il Comune, attraverso la voce del sindaco Giorgio Abonante, parla di abbattimento: il vecchio ospedale, come sappiamo tutti, dovrà lasciare spazio a un nuovo complesso che, a quanto pare, sorgerà dietro al quartiere Gallimberti.
Una scelta che appare assurda quella dell’ abbattimento, anzi offensiva, perché significa demolire ciò che è stato appena rimesso a nuovo, sprecare investimenti freschissimi e vanificare sacrifici economici già pesanti.
È un insulto alla logica, al buon senso, ai cittadini che hanno pagato, un insulto alla città che avrebbe invece bisogno di destinare quegli spazi a case di riposo, a residenze, a strutture utili a fronte della nuova domanda abitativa e lavorativa che Alessandria sta conoscendo.
Qui non si parla di futuro, ma di una gestione scellerata del presente: uno spreco colossale travestito da progetto di modernità.
Abbattere un ospedale appena ristrutturato non è progresso, è un’offesa.
Vanni CENETTA

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