Via Norberto Rosa, quartiere Cristo di Alessandria.
Un’ordinaria passeggiata si trasforma in un’ immagine surreale dell’abbandono urbano: terminate le transenne e finiti i paletti, la segnaletica delle buche diventa un’iniziativa privata, fatta di sedie malandate, bancali di legno, rami secchi e nastri svolazzanti tra erbacce che divorano i marciapiedi.
Una scena che, più che eccezione, rischia di divenire il marchio di fabbrica della città: “ALESSANDRIA SPROFONDA.

Ma la battuta rischia di diventare cronaca, perché le buche non si aprono solo dopo gli scavi del teleriscaldamento: qui si riformano persino sopra le riparazioni già fatte, alimentando il sospetto di un misterioso bradisismo alessandrino, degno delle zone vulcaniche napoletane, con crepe che si allargano e marciapiedi prossimi al cedimento, sotto la pressione di una natura selvatica che avanza indisturbata.
Il risultato è un quartiere che sembra un esperimento di urbanistica “fai-da-te’, dove il pericolo si segnala con ciò che si trova per strada e dove il rischio è che la frase “ALESSANDRIA SPROFONDA” finisca nella storia locale più di qualsiasi targa ufficiale.
Vanni CENETTA

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