Tutte le relazioni di Dio con l’umanità si fondano su un dono sublime e immeritato chiamato grazia, perché è scritto: “Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede; e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, affinché nessuno si vanti” (Efesini 2:8-9).
Questa grazia non è altro che l’amore infinito di Dio che scende verso un’umanità ribelle, un favore che non possiamo guadagnare con le nostre azioni ma che riceviamo perché il cuore del Padre è colmo di misericordia.
La Bibbia ce lo conferma chiamando il Signore “l’Iddio di ogni grazia” (1 Pietro 5:10), presentando Cristo come “pieno di grazia e di verità” (Giovanni 1:14) e lo Spirito Santo come lo “Spirito di grazia” (Ebrei 10:29).
Le tre Persone divine sono unite in questo mistero d’amore che offre agli indegni ciò che non avrebbero mai potuto conquistare.
Grazia significa che Dio dona il meglio del cielo per salvare il peggio della terra, che l’Onnipotente versa amore e perdono là dove l’uomo avrebbe meritato solo giudizio.
Infatti “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23), e la legge stessa condanna anche il più giusto tra gli uomini (Romani 3:19), ma la grazia salva anche il più grande dei peccatori (Romani 3:24).
Dove la legge rivela il peccato (Romani 3:20), la grazia rivela la salvezza (Tito 2:11-12), perché “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio” (Giovanni 3:16).
Tuttavia, questa verità è stata spesso distorta.
Già in tempi antichi i Nicolaiti minimizzavano la gravità del peccato con la scusa che Dio è buono e perdona sempre.
Oggi, dottrine come quella dell’ipergrazia sostengono che se il peccato abbonda, la grazia sovrabbonda (Romani 5:20), dimenticando che chi è nato di nuovo non può continuare a vivere nel peccato deliberato.
È un inganno pericoloso che porta l’uomo a giocare con il Vangelo, mentre il Signore ci chiama a vivere nella santità, perché “senza la santificazione nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14).
La grazia non è una licenza per peccare, ma la forza che trasforma un cuore ribelle in un cuore ubbidiente.
Essa ci giustifica (Romani 3:24-26), ci dona la vita eterna (Tito 2:11-13) e ci apre l’accesso alla presenza di Dio (Romani 5:2).
Siamo salvati solo perché Cristo ha pagato il prezzo supremo sulla croce, subendo l’ira e il giudizio di Dio al nostro posto, e ora Egli ci invita a ricevere questo dono per fede.
Oggi è il tempo favorevole, oggi è il momento di scegliere, oggi è il giorno della salvezza (2 Corinzi 6:2).
Fabio BOLDRIN
Sara BORGOGLIO
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