
«Sì (il Pride di Alessandria), ha un forte contenuto politico come tutti i Pride da quando esistono» esordisce Vera Aloe ad Alessandria durante il Pride , il 31 maggio 2025, sotto un cielo che sembrava voler abbracciare i colori di una comunità che non smette di lottare per il riconoscimento della propria esistenza.
Il suo intervento è stato, breve ma denso come un grido lucido e appassionato: «Ci vuole coraggio oggi a portare il proprio corpo davanti agli altri, accettando di essere se stessi per quello che si è e sfidare chi non te lo vuole permettere».
In Italia il Pride assume una valenza ancor più potente, diventando non solo celebrazione ma opposizione, non solo gioia ma resistenza.
Aloe sottolinea: «Le forze politiche possono discutere su come costruire un ponte, ma come si fa ad essere contro dei diritti?».
La sua è una critica limpida a una società che, a suo dire, vive un periodo di riflusso, dove «c’è poca cultura e poca voglia di affrontare gli altri con il bello, con il sorriso».
Il Pride di Alessandria, dunque, si conferma come un presidio di umanità e lotta, un appuntamento che rifiuta di cedere alla rassegnazione e che ribadisce che nessuna conquista può dirsi definitiva finché non diventa strutturale.
Vanni CENETTA
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