
Negli ultimi anni, l’Italia è stata travolta da una narrazione sempre più invadente sui temi legati alla comunità LGBT, amplificata dai media mainstream. Questo fenomeno ha raggiunto Alessandria, dove è stata organizzata, nella giornata di ieri, una fiaccolata contro la transfobia, una manifestazione dedicata a una minoranza ristrettissima – le persone trans – che sembra monopolizzare l’attenzione pubblica.
L’evento, largamente pubblicizzato, si inserisce in una tendenza che vede il tema della transfobia elevato a emergenza sociale, nonostante i numeri oggettivamente limitati. Questo accade mentre questioni ben più gravi e diffuse, come i suicidi tra gli uomini separati, restano relegate ai margini del dibattito. Secondo i dati, ogni anno in Italia si registrano circa 200 suicidi di uomini separati, vittime di sentenze giuridiche molto spesso esageratamente volte a tutelare la parte femminile. Si tratta di una tragedia silenziosa che coinvolge uomini emarginati, spesso allontanati dalle loro case e dai figli, costretti a vivere in condizioni economiche precarie e privati del loro ruolo familiare.
Non solo questi numeri sono ignorati, ma spesso chi cerca di portare alla luce tali drammi viene accusato di strumentalizzare il problema o di alimentare stereotipi sessisti. Eppure, i dati parlano chiaro: i padri separati costituiscono una parte consistente della popolazione maschile in difficoltà economica e psicologica, ma raramente ricevono lo spazio mediatico che viene invece riservato alle tematiche LGBT.
È legittimo chiedersi perché eventi come la fiaccolata contro la transfobia abbiano così tanto spazio, mentre le tragedie dei padri separati – uomini reali, con famiglie e storie di vita, che finiscono per togliersi la vita – siano quasi invisibili. Forse la risposta risiede in un’agenda culturale che privilegia la narrazione di un’unica categoria di vittime, ignorandone altre di uguale, se non maggiore, gravità.
Questo non è un appello contro i diritti di nessuno, ma una richiesta di equità: la sofferenza umana merita attenzione in tutte le sue forme. È ora che anche gli uomini separati, che di certo – e purtroppo- non mancano neanche ad Alessandria, trovino una voce in un sistema mediatico che sembra averli dimenticati.
Marcello Rossi
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