Alessandria, via Giordano Bruno n°30.
Alessandria sembra ormai essere ostaggio del degrado, con uno stabile abbandonato che, nonostante gli interventi delle forze dell’ordine, continua a essere epicentro di illegalità e abusi.
Solo questa estate un blitz aveva portato all’arresto di clandestini e spacciatori, ma l’operazione non ha lasciato alcun segno duraturo: il disagio e la criminalità si sono reinstallati, come se nulla fosse cambiato.
A inizio settimana, infatti, un nuovo dramma: un incendio si è propagato nella struttura, portando all’intervento dei vigili del fuoco, che hanno tratto in salvo un occupante abusivo, un clandestino intrappolato tra le fiamme.
L’interno dello stabile è un raccapricciante scenario di desolazione, marcio e sporco che trasuda abbandono e pericolo; i segni del rogo ancora visibili tra pareti annerite e strutture pericolanti.
La scena descritta da chi ha visitato il luogo è un incubo a occhi aperti: sporcizia, immondizia e alcolici lasciano intendere una quotidianità di degrado, mentre il pavimento è disseminato di feci e urina, un “giaciglio da terzo mondo”, commentano amaramente alcuni residenti che osservano impotenti il declino della loro città.
Non mancano il risentimento e la delusione: i cittadini denunciano l’assenza di sicurezza e la persistente presenza di occupanti irregolari che rendono pericolante lo stabile e degradano il quartiere.
“Questa è Alessandria #davverovostra?” si chiedono. “Abbiamo davvero importato il Terzo Mondo solo per vivere in queste condizioni?”.
Una domanda che non trova risposta mentre l’indignazione cresce tra chi teme per la propria sicurezza, lamentando l’abbandono delle istituzioni che, con un’integrazione solo di facciata, lasciano proliferare situazioni insostenibili.
Vanni CENETTA
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