Alessandria è una città rinchiusa tra due fiumi, il Tanaro e la Bormida, e da secoli rischia di subire inondazioni.
In questo delicato equilibrio idrogeologico, la presenza di un canale scolmatore tra Villa del Foro e Cantalupo diventa non solo un’opera essenziale, ma una questione di sopravvivenza per la città e i sobborghi eliminando la pressione sui fragili argini del Tanaro e della Bormida.
Questo canale, che collegherebbe i due fiumi ha lo scopo di alleggerire il Tanaro in caso di massima piena, invece di esondare in città scaricherebbe parte delle sue acque nella Bormida tramite il canale, prevenendo così il rischio di alluvioni devastanti.
La sua costruzione è fondamentale per scongiurare il ripetersi di tragedie come quella del ’94, quando la furia delle acque inghiottì interi quartieri di Alessandria e paesi limitrofi, devastando infrastrutture e mietendo vittime.
È una sentinella silenziosa che, in caso di emergenza, entra in azione per difendere soprattutto la città da un pericolo imminente.
Il canale scolmatore è un’idea di Giuseppe Monticone che cerca di promuoverlo da qualche anno senza ricevere risposta.
Alessandria tramite il PAI 2022 risulta ancora a rischio, servono opere costose come le casse di espansione (di cui è da 30 anni che se ne parla) e vari interventi sulle arginature dei fiumi, nonostante ciò nulla si fa, mancano i soldi e il tempo passa.
Investire nella costruzione e nella manutenzione di questo canale non è solo una scelta strategica e con un costo non eccessivo, ma potrebbe garantire la sicurezza di Alessandria e dei sobborghi a ridosso dei bacini fluviali dove il cambiamento climatico potrebbe amplificare la frequenza e l’intensità degli eventi alluvionali.
Sarebbe utile e interessante se qualcuno degli Enti che si occupano di sicurezza idrogeologica provasse a esprimere il proprio autorevole pensiero dando una risposta sulla bontà di tale opera che pare sia risolutiva e conveniente.
Fabio Boldrin
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