Il capannone occupato diventa rifugio per disperati: il video

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Di seguito la cronaca di un degrado urbano annunciato: nel cuore pulsante di Alessandria, il degrado ha trovato un nuovo epicentro: un grosso locale di proprietà privata è stato invaso abusivamente da un gruppo di persone che, giorno dopo giorno, sta contribuendo a trasformare l’area in una zona franca di illegalità e insicurezza. Gli occupanti, probabilmente clochard e clandestini, hanno fatto del capannone il loro rifugio permanente, creando dormitori improvvisati e una sorta di comunità parallela che opera al di fuori di qualsiasi controllo.

Questa situazione non è solo un pugno nell’occhio per il decoro urbano, ma rappresenta una minaccia tangibile per la sicurezza e la tranquillità dei residenti. Da tempo, gli abitanti della zona segnalano movimenti continui e sospetti, richiamando invano l’attenzione delle forze dell’ordine. Le loro richieste di un intervento massiccio e risolutivo cadono, purtroppo, nel vuoto di una burocrazia che si dimostra sempre più sorda e inefficace.

La domanda che ci poniamo è semplice: quanto ancora dovremo attendere prima che chi di dovere prenda sul serio la situazione? Quanto ancora dovremo sopportare il paradosso di una città che, mentre cerca di rilanciarsi e mostrarsi moderna e accogliente, nasconde sotto il tappeto dell’indifferenza realtà come questa? L’illegalità prospera dove il controllo è assente, e qui siamo di fronte a un caso emblematico di abbandono istituzionale.

Lungi dal voler demonizzare chi, per necessità o disperazione, si ritrova a vivere ai margini della società, è doveroso pretendere che le autorità mettano in atto interventi mirati per risolvere la situazione. Servono soluzioni concrete e immediate: sgomberi, certo, ma accompagnati da politiche di assistenza e reinserimento sociale per chi ne ha bisogno.

Non è più accettabile che i residenti debbano convivere con il timore costante di essere vittime di furti, aggressioni o di vedere svalutati i loro immobili. Non è più tollerabile che una zona della città venga abbandonata a se stessa, diventando un simbolo di degrado e fallimento istituzionale.

Non possiamo più permetterci di essere spettatori passivi di una degenerazione che sembra inarrestabile. La città merita di meglio, e noi tutti abbiamo il diritto di vivere in un ambiente sicuro, ordinato e rispettoso della legalità.

Fabio Boldrin