Una situazione di degrado insostenibile continua a tormentare i residenti dello stabile ATC sito tra via Venezia e via 1821. Dopo le recenti denunce e video testimonianze, siamo tornati sul posto per documentare la realtà quotidiana di chi vive in questo contesto di crescente abbandono e disperazione.
Nelle parole accorate dei residenti, si percepisce una profonda esasperazione. Tiziana, che vive al secondo piano, descrive un ambiente ormai fuori controllo: “C’è una sporcizia dappertutto, e mancano solo i topi, che comunque sono già presenti. Non posso più vivere così. Non si può andare avanti, dobbiamo chiamare qualcuno e buttare via tutto questo schifo”.
La situazione è talmente critica che i residenti, italiani e stranieri, denunciano un potenziale aumento delle malattie infettive a causa dell’igiene precaria e delle infestazioni di pulci e zecche. Secondo le testimonianze, l’infestazione è stata causata dalla presenza abituale di un extracomunitario che staziona nello stabile. Quest’uomo vive in un angolo sudicio dell’edificio e utilizza il cortile come latrina, creando una situazione igienico-sanitaria paragonabile a quella di una bidonville del terzo mondo. I residenti, esasperati, hanno intimato più volte a quest’ultimo di andarsene, senza successo.
Ma la presenza di questo individuo ha portato non solo degrado, ma anche paura tra i residenti. È stato accusato da una residente di aver mostrato il pene a un bambino, un episodio che ha sconvolto profondamente la comunità. “Abbiamo paura a uscire di casa perché ci troviamo qualcuno che dorme davanti alla nostra porta”, dice un residente. “Questo non è vivere, è sopravvivere in un incubo”.
Nonostante le ripetute segnalazioni alle autorità, la risposta è stata insufficiente. “Ho scritto al sindaco e al vicesindaco, ma la situazione invece di migliorare è peggiorata”, afferma un altro residente. Anche il comandante dei vigili urbani non ha risolto nulla, e lo stabile continua a essere infestato da pulci e zecche. Quell’extracomunitario abusivo non se ne vuole andare”.
Il degrado dell’area non è solo una questione di pulizia, ma di sicurezza e salute pubblica. È una sorta di contagio, dove il degrado attira altro degrado. La “teoria delle finestre rotte” dimostra che la trascuratezza e l’abbandono portano rapidamente a un deterioramento sempre più marcato dell’ambiente: dove è presente una zona degratata, come per una sorta di contagio, anche le zone limitrofe tendono a degradarsi velocemente. È essenziale intervenire immediatamente per ripristinare la normalità e prevenire ulteriori degenerazioni.
La disperazione dei residenti è evidente anche nelle testimonianze di chi, come Angelo e suo padre, vivono in una soffitta in condizioni disumane. “Non abbiamo da mangiare, nessuno ci aiuta”, racconta Angelo, il cui padre malato di cuore riceve sporadicamente medicinali solo grazie alla Caritas. La loro storia rappresenta un emblema della miseria nascosta che affligge la città.
La comunità dello stabile di via Venezia è esasperata e chiede un intervento immediato. “Non possiamo più vivere così”, ripetono all’unisono. La richiesta è chiara: un’azione concreta da parte delle autorità per ripulire e riqualificare la zona, garantendo la dignità e la sicurezza di tutti i suoi abitanti. Le autorità, pur informate della situazione, non hanno ancora adottato misure concrete per sanare il degrado. In particolare il vicesindaco Barosini, il comandante dei Vigili Bassani ed il dirigente Amag Borbon, seppur ripetutamente informati dei fatti, non hanno mai intrapreso risoluzioni definitive in grado di bonificare l’area.
L’appello dei residenti di via Venezia non può restare inascoltato. È urgente un intervento strutturale che non solo tamponi l’emergenza, ma che offra una soluzione a lungo termine per evitare che situazioni di degrado simili si ripetano in futuro. Solo così si potrà restituire dignità a una comunità ormai allo stremo.
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