La Crisi delle api: Una Testimonianza Diretta di Giacomo Acerbi. “Se non le allevassimo in natura non esisterebbero più”
Nel cuore delle campagne italiane, gli apicoltori stanno combattendo una battaglia silenziosa per la sopravvivenza delle api, creature essenziali per il nostro ecosistema. Abbiamo incontrato Giacomo Acerbi all’orto botanico di Alessandria, dove ci ha raccontato le difficoltà del suo lavoro.
“Le api stanno scomparendo e, senza il nostro intervento, sarebbero praticamente estinte in natura,” ci spiega Giacomo. “Le multinazionali dell’agrofarmaco speculano pesantemente, promuovendo pesticidi devastanti per le api. Noi apicoltori non riceviamo le sovvenzioni necessarie per sostenere la nostra attività, nonostante il nostro ruolo cruciale.”
Giacomo sottolinea come le multinazionali promuovano l’uso di pesticidi come i neonicotinoidi, noti per la loro alta tossicità per le api. “Queste aziende continuano a fare pressioni politiche per mantenere l’uso di tali sostanze, nonostante le evidenze scientifiche sui danni che causano, mettendo a rischio interi ecosistemi,” spiega Giacomo.
Secondo Giacomo, le api, in natura, sono praticamente estinte. “Senza il nostro intervento, queste creature meravigliose non riuscirebbero a sopravvivere. Le alleviamo e curiamo con dedizione, ma non riceviamo sovvenzioni per sostenere le nostre attività.”
La mancanza di sovvenzioni è una delle principali difficoltà. “È una situazione difficile,” dice Giacomo. “Le difficoltà a sostenere economicamente il nostro lavoro rende arduo affrontare le sfide economiche e ambientali, mettendo a rischio la capacità di mantenere le colonie di api.”
In questo scenario, la produzione di miele è in forte diminuzione, crollando nell’ultimo anno addirittura del 92%. “Questa riduzione è stata oltretutto accompagnata un dimezzamento del costo del miele, creando ulteriori difficoltà economiche per noi apicoltori,” spiega Giacomo. “È un segnale preoccupante della crisi in atto.”
Inoltre, gli apicoltori devono affrontare la concorrenza del miele “finto” proveniente dalla Cina. “Questo miele adulterato e di qualità inferiore viene venduto a prezzi molto bassi, danneggiando i produttori di miele autentico,” afferma Giacomo. “La presenza di miele contraffatto mina la fiducia dei consumatori e compromette la reputazione del miele locale.”
In conclusione, Giacomo Acerbi chiede un intervento urgente per regolamentare l’uso dei pesticidi, garantire la possibilità di continuare il proprio lavoro ricevendo una remunerazione economica ageguata e combattere la concorrenza sleale del miele adulterato. Solo così si potrà garantire un futuro sostenibile per le api e la produzione di miele.
Marcello Rossi
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