E’ segnato nel programma di mandato dell’amministrazione, ma visti i tempi (economici) che corrono in cui si fatica anche a riempire una piazza di bancarelle, parlare di Fiera di San Giorgio ad Alessandria sembra impresa dura.
Eppure, nelle ultime settimane si è vagheggiato e sussurrato più volte – tra associazioni e assessori – che si sta sondando il terreno per riprendere la tradizione della fiera campionaria che da viale milite ignoto si sposterebbe nella Cittadella.
E poi, invece degli stand di tutto un po’, in cui il venditore di scope elettriche è vicino a quello delle finestre e di fronte al suonatore peruviano, ci sarebbe un tema comune: l’enogastronomia e quindi anche il turismo.
Una fiera allargata al Monferrato, ai vini, al mangiare bene, in cui Alessandria diventerebbe il centro.
Per ora se ne parla e basta, ma chissà che nella prossima primavera – di solito la San Giorgio era a fine aprile – non si possa girare già tra i padiglioni. In molti la ricordano con nostalgia, ma poi immancabilmente la criticavano per l’assortimento merceologico o per i costi: sarà così anche per l’edizione 2024? ∎
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