Il 30 aprile la sala convegni della Taglieria del Pelo era gremita di persone per la conferenza di Nino Galloni , organizzata dall’Associazione Culturale il Leone e la Rosa su temi di carattere economico, monetaristico e le loro connessioni nello sviluppo di una società.
Galloni, allievo di Federico Caffè , mentre evidenzia le caratteristiche dell’attuale crisi economica, all’ombra delle emergenze, indica anche le possibili soluzioni che secondo lui si individuerebbero in due percorsi : l’introduzione di moneta non a debito da parte dello Stato che così potrebbe finanziare la differenza fra il fatturato (la produzione delle aziende) e il costo (la spesa sostenuta) e una profonda rivisitazione del credito bancario.
La realizzazione comunque di queste due soluzioni rappresenterebbe un ostacolo che spiazzerebbero, oltre ogni ragionevole dubbio, il potere delle grandi centrali finanziarie che hanno dominato il mondo, in questi ultimi anni, con l’ economia del debito. Galloni sostiene che l’economia del debito non regge più questo modello economico perché ormai sovraccaricato esso stesso di una montagna di debiti finanziari che si regge su una nessun sottostante solido. Per uscirne è necessario introdurre delle riforme atte ad eliminare alla radice la filosofia dell’economia del debito basata su emergenze reali o da artificiali. Ecco spiegato il perché i centri di potere, l’élite finanziaria continueranno a generare delle finte emergenze per continuare a dominare l’economia mondiale.
Ecco che, in questa ottica, le continue emergenze che si stanno susseguendo in questi ultimi tempi hanno una loro logica: l’emergenza sanitaria, l’emergenza bellica, l’emergenza climatica, l’emergenza alimentare e poi ancora un’altra sanitaria e così via. In questo modo è un po’ come dopo una guerra, quando i debiti [ in questo caso loro] venivano cancellati, dimenticati, decaduti. Finita l’una [ emergenza] se ne troverà un’altra molto più forte è un’altra ancora : questo è il motivo per cui si devono creare queste emergenze. Il relatore si pone anche il problema dell’individuazione di soluzioni a queste dinamiche perverse: Galloni sostiene che è necessario riappropriarsi della politica per “imporre” le due soluzioni prima accennate ovvero: una profonda rivisitazione del credito bancario e l’immissione di moneta non a debito sovrana da parte dello Stato, oppure non sarà possibile risolvere nessuno dei problemi individuati e si potrebbe avverare anche una concomitanza di deflazione e disoccupazione da una parte e inflazione e scarsa capacità di acquisto dell’altra che sono la via maestra del disastro.
Con molta convinzione e capacità Galloni insiste nell’ affermare che contro il disastro bisogna organizzare una politica, una politica diversa da quella cui stiamo assistendo. Purtroppo però individua anche due grandi limiti che l’attuale opposizione, quella delle nuove formazioni politiche, mostra : il primo è costituito dall’incapacità di riuscire ad organizzarsi in modo unitario, superando egocentrismi e narcisismi al fine di attuare una politica efficace che possa contrastare l’attuale classe dirigente incapace di dirigere il paese fuori da una crisi politica ed economica gravissima. La seconda è il discorso delle soluzioni, bisogna cominciare a indicare delle strategie, delle cose da fare per uscire da questa situazione. È necessario per contrastare l’attuale sistema fare esattamente il contrario di quello che il sistema vuole: se il sistema sta distruggendo l’economia, perché non può più dare soluzioni, allora si deve ricostruire l’economia partendo dal territorio, partendo dal locale, partendo dalle nostre capacità produttive. Seconda strategia: il sistema ci vuole gli uni contro gli altri allora si deve fare una pacificazione strategica, tendere la mano anche a quelli che la pensano diversamente da noi. Secondo il relatore dobbiamo attuare almeno queste due strategie. Solo così potremmo cominciare a costruire la vera alternativa a questo stato di cose.
Al termine dell’interessante dibattito è stato messo a disposizione l’ultimo libro di Galloni “I Nuovi Spartani”ed Oaks.
Enrica Gardiol
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