Notizie della cronaca e della politica locale recente hanno riportato la decisione di costruire il nuovo Ospedale della città nella zona dell’aeroporto e di spostare questa struttura in altra località.
Poiché si tratta di un importante è significativo investimento sul futuro della città , sulla questione vorremmo fare
alcune riflessioni sulla scelta del luogo e quindi le implicazioni e le conseguenze di carattere urbanistico, idrogeologico, ambientale che tale decisione comporta.
Ma non ci limiteremo solo a quell’aspetto : vorremmo in concomitanza anche affrontare il problema delle innumerevoli aree abbandonate e quindi dello sperpero di terreno, della devastante pratica del consumo di suolo sottratto all’ambiente, al benessere della vita dell’uomo.
Per ultimo la questione della mancata partecipazione dei cittadini a scelte importanti che riguardano il futuro della propria città.
Per ciò che attiene al luogo, vale la pena di ripetere che la zona prescelta è esondabile e quindi fortemente a rischio. Costruire una struttura complessa e sensibile come un ospedale la esporrebbe ad un grave rischio con potenziali danni alle strutture, alle persone e enormi difficoltà in caso di evacuazione dei pazienti, del personale e delle attrezzature.
Altra questione da non sottovalutare è che il quartiere non potrebbe sopportare un enorme aumento di traffico e di stazionamenti conseguenti la realizzazione di una struttura complessa e articolata come un ospedale. Si dovrebbe intervenire con la predisposizione di radicali interventi urbanistici che modificherebbero profondamente l’intera struttura e fisionomia del quartiere Orti.
Una valutazione interessante per sostenere l’attuale localizzazione dell’aeroporto in quella zona (praticamente in città) è la prospettiva futura dello sviluppo e del mutamento degli spostamenti umani, attraverso mezzi senza conducente e verso una mobilità del futuro.
In questo ambito l’invenzione/realtà dei droni-taxi potrebbe rivoluzionare i trasporti dei passeggeri e consentire rapidità negli spostamenti, nessuna emissione inquinante, facilità nella fruizione.
Dunque l‘aeroporto di Alessandria potrebbe essere molto utile lì dove si trova, in quanto situato in città e non in località scomode e distanti, facile da raggiungere e per la partenza verso altre destinazioni. Alessandria potrebbe essere quindi beneficiata da questa imminente innovativa realtà, proprio in virtù del suo aeroporto in città.
Secondo recenti stime dell’Istat il 3% del territorio nazionale sarebbe costituito da aree industriali dismesse. Si tratta di una superficie di circa 9000 chilometri quadrati pari a quella della regione Umbria. Il 30% delle industrie abbandonate è collocato in ambito urbano. Di fronte a questi dati e con uno sguardo al nostro territorio i cittadini si domandano come mai non è possibile utilizzare una parte di queste aree , ormai lasciate a se stesse, per realizzare nuove strutture e nuovi insediamenti come, ad esempio, il nuovo ospedale senza cementificare ulteriore suolo verde sottraendolo al benessere della città. È proprio da questo tipo di decisioni che si misura il reale impegno di una politica razionale che deve bilanciare gli interessi dei cittadini, del territorio e le sue prospettive future.
Infine non si può non rilevare che la politica, sia a livello nazionale che a livello locale, sembra abbia abbandonato forme di partecipazione dei cittadini alla amministrazione della cosa pubblica privilegiando piuttosto comportamenti dirigistici ed elitari.
Enrica Gardiol
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