Da pochi giorni, nelle case degli alessandrini e degli italiani, stanno arrivando le bollette della Tari. Queste presentano un rilevante aumento rispetto all’anno precedente, ma costituiscono una costante da almeno dieci anni come dice la Confcommercio nazionale.
La verità principale sta nell’aumento dei costi della filiera dei rifiuti, nelle sue componenti operative: la raccolta, il trasporto, la differenziazione, lo smaltimento, l’energia ecc., ecc. Dunque un mix di fattori che compongono l’aumento della Tari, che nessuna forza politica nazionale o locale (con le dovute eccezioni) riesce a contenere in termini accettabili per il cittadino in rapporto anche al servizio erogato e al rispetto dell’ambiente.
Inoltre risulta, ancor più inspiegabile e in qualche modo inaccettabile, l’aumento della Tari considerato che nel 2020, tra lockdown e chiusure varie legate al covid-19, la produzione oggettiva dei rifiuti è stata inferiore agli anni precedenti (dati Confcommercio). Un’osservazione razionale sarebbe quella di intervenire a monte del processo della filiera dei rifiuti ovvero nella razionalizzazione dei materiali e dei volumi riguardanti il confezionamento e l’imballaggio delle merci che dovrebbero essere costituite da componenti più compatibili con l’ambiente, più facilmente processabili e con costi relativamente più contenuti rispetto al processo di trasformazione e riutilizzo.
Altrimenti non se ne esce da questo vortice di aumenti annuali continui e insopportabili. Quello degli imballaggi e dei confezionamenti è un annoso problema che sembrerebbe trovare ostacoli proprio da parte del sistema produttivo; noi comunque vogliamo rilanciarlo lo stesso in termini magari più innovativi.
Infine, ma non per ultimo, un richiamo al senso civico dei cittadini sul corretto conferimento dei rifiuti urbani che incidono ulteriormente sui costi complessivi del servizio.
Luigi Manzini
Fabio Boldrin
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