30 aprile ’44, 239 vittime sotto i bombardamenti

A 76 anni di distanza ricordiamo il primo tragico bombardamento subito dalla città nel corso dell’ultimo anno della seconda Guerra mondiale e le 239 vittime civili

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Il Quartiere ‘CRISTO’

Le bombe colpirono, principalmente, il territorio prospiciente la ferrovia e lo Smistamento delle merci nella direzione di Casalbagliano, le zone della cascina Boida, la Boidina, la Parigina, Via Vecchia dei Bagliani e sconvolsero l’intera area;mentre la parte centrale del rione Cristo fu coinvolta meno di altre. Furono sinistrate parecchie case di abitazione e lesionata la sede della SOMS in Corso Acqui. Nelle Casermette, a sud del quartiere,si contarono diverse vittime tra i militari. Numerose le bombe che caddero nel ‘fondone di Taverna’, la zona che divide l’attuale corso Carlo Marx da via Maria Bensi. A seguito dei bombardamenti del 30 aprile e del 2 maggio ’44 lo stabilimento Mino G.B. e figli, situato in Via Buonarroti, nella parte mediana del Rione, fu gravemente sinistrato e divenne completamente inattivo.

La ‘PISTA’, già Borgo Littorio

Dopo il Cristo e la grande fascia dello Smistamento ferroviario che si estendeva lungo via Vecchia dei Bagliani sin verso il sobborgo di Casalbagliano le bombe cominciarono a cadere sulla Pista che il Fascismo aveva ribattezzato ‘Borgo Littorio’. La stazione, obiettivo dei bombardieri, distava meno di quattrocento metri dalle villette di viale Medaglie d’Oro, di via Stephenson e dai palazzi attorno, nei quali erano stati allestiti i rifugi che avrebbero dovuto assicurare protezione dalle bombe. In piazza Garibaldi (Savona il nome ufficiale) la presenza dei ‘baracconi’ testimoniava delle manifestazioni collaterali alla annuale Fiera di San Giorgio. Le bombe da 1000 libre caddero dappertutto, ma, soprattutto, sventrarono i palazzi di via Galilei, via Napoli, via Buozzi, Corso XX Settembre, Piazza Mentana, via della Maranzana e fecero decine e decine di morti intrappolando le persone nei rifugi. Il 30 aprile venne colpito anche lo stabilimento della Borsalino che andò parzialmente a fuoco nella notte fra l’1 e il 2 maggio.

Renzo Penna

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